CALTANISSETTA. Economia e felicità, due termini incompatibili nell’accezione ma che hanno trovato potenza e capacità di massima espressione, in un’ottica di comunanza, grazie al convegno dal titolo “Economia e Felicità – una sfida possibile” tenutosi a Caltanissetta, piccola arteria di una Sicilia che si affanna per fiorire sempre di più.
Articolato in due sessioni, mattina e pomeriggio, e organizzato da Cooperativa Sociale Etnos, AIPEC – Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione, NEXT – Nuova Economia Per Tutti, Living EOF – Economy of Francesco, EDC – Economia di Comunione, Fondazione di Comunità di Messina, con il patrocinio del Comune di Caltanissetta e del Consorzio Universitario di Caltanissetta, il seminario ha voluto puntare i riflettori sulla possibilità di cambiare l’economia tradizionale in un’economia più attenta alla persona e al suo benessere.
«Siamo abituati a un’economia che ha l’obiettivo di raggiungere il profitto massimo» dice Fabio Ruvolo, presidente di Cooperativa Sociale Etnos. «E per raggiungerlo si perdono di vista le relazioni umane, il coinvolgimento, il senso di appartenenza.» Oggi, vi è il forte bisogno di un’economia che può essere definita gentile, dove chi lavora bene e con serenità vive meglio lo spazio che occupa e, di conseguenza, rende di più.
L’economia tradizionale deve lasciare il posto a un’economia dove gli utili vengono investiti sulle capacità dell’individuo e sulle opportunità di generare nuove imprese che, oltremodo, possano offrire condizioni di valorizzazione e inclusione del territorio stesso. Diverse concezioni vedono l’economia tradizionale legata al benessere globale, della nazione, mentre l’economia promossa dal Convegno desidera il benessere del singolo inteso come benessere di tutti. Questo perché l’economia nasce dalla felicità, grandezza misurabile nella maniera in cui viene intesa come concetto morale a sé.
E se si uscisse dalla logica del denaro per il denaro? Se si potesse educare alla cultura del dare e non dell’avere? Queste alcune riflessioni evidenziate dai promotori del Workshop, insieme ad alcuni imprenditori e associazioni che si sono uniti perché rifiutano il sistema economico odierno e desiderano focalizzare l’economia sulla persona, sulla capacità di generare benessere e appagamento, fondamentali per rendere di più e partorire nuove idee che possono contribuire a cambiare un mondo alla deriva ed essere fonte di evoluzione e affinché questo avvenga «c’è bisogno di una decisa comunicazione che possa raccontare le idee migliori e portare le testimonianze, frutto di scelte che possono veramente cambiare il mondo» come ha evidenziato il Professore Leonardo Becchetti, Ordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Bisogna investire gli utili per migliorare la persona e formare alla cultura del dare perché l’economia reale è dove il profitto vero e autentico è rappresentato dalla persona, e non quella che «esclude, depreda e uccide» come ha sottolineato Giulia Gioeli, membra di EoF – Economy of Francesco. Di alto livello i rappresentanti del convegno, tra cui Livio Bertola, presidente A.I.P.E.C. – Associazione Italiana per un’Economia di Comunione secondo cui «è bene imparare a essere felici di fare qualcosa per gli altri e far scattare la reciprocità», che hanno dimostrato quanto e come la loro idea di economia civile abbia fatto tanto e generato profitto non solo materiale ma anche morale.
La ricchezza materiale è importante, ma c’è da mettere sul piatto della bilancia civico anche la ricchezza interiore, che ogni individuo è disposto a dare. E se entrambe possono raggiungere lo stesso equilibrio si può dire di aver creato una economia innovativa, equa e di comunione affinché si «possa costruire un futuro che rigeneri e dove l’economia e la felicità sono un binomio possibile» come sottolineato dal professore Orazio Licciardello, Ordinario di Psicologia Sociale dell’Università di Catania.
Conclude Fabio Ruvolo: <Che questo Convegno possa essere l’inizio di un percorso che possa arrivare alla nascita di una scuola di formazione su un’impresa civile e di comunione>.