Attualità

Arriva il 2023 e il coraggio di tornare a sognare un mondo migliore

Ci aspettavamo la favola, dopo 2 anni di Covid, eravamo certi che per ciascuno di noi si realizzasse la favola, invece…invece il principe è malato e la favola è diventata un sogno irrealizzabile.

31 Dicembre 2020: avevamo scritto – Il 31 Dicembre di un anno bisestile, che ci ha portato gioie e dolori, ma che soprattutto ci ha insegnato a saper eliminare quel che non merita di essere mantenuto, a ritrovare quel rispetto per sé stessi che sovente si dimentica, a distinguere quel che vale dal nulla da cui talora ci siamo lasciati attrarre. È stato un anno anomalo, ma che ci ha insegnato tanto, grazie ad un piccolo animaletto dal nome strano: Covid 19. Un anno difficile, controverso, infido, contraddittorio, pieno di lutti, ma che ci ha fatto scoprire, costringendoci a fermarci, bloccandoci di fatto, la bellezza di un mare pulito, la serenità di un cielo limpido, la purezza dell’aria che respiriamo, la gioia di stare insieme alle persone che amiamo e che spesso trascuriamo per mancanza di tempo. Ci ha regalato il tempo, il tempo per riflettere sui valori più importanti della vita, sul significato della morte, sul senso stesso della nostra esistenza. E abbiamo imparato a distinguere l’essenziale dal vacuo, a scoprire, quando tutto sembrava buio e avevamo la sensazione di vagare nelle tenebre, una luce, una luce che ci ha dato forza e speranza. Questo 31 Dicembre segnerà la fine di un incubo? Troppi lutti hanno funestato la vita delle persone che amiamo e che hanno trovato la forza di resistere e di continuare a lottare, a battersi per i loro ideali. Ci auguriamo che tutto cambi, che il 2021 sia per tutti un sogno che si realizza, la favola che ciascuno di noi sogna. Buon Anno! Che il 2021 vi regali la “Favola”!”

E invece… Altro che favola il 2021! Purtroppo i lutti sono aumentati, la favola è soltanto un desiderio e l’amara realtà ci sta facendo vivere momenti di grande incertezza. Anche quelli che si credevano incrollabili sono crollati, si sono riscoperti esseri umani come tutti gli altri, fragili, incapaci, impotenti, ma con negli occhi tanta voglia di lottare, di esserci. Unica nota positiva continuano ad essere i messaggi di Papa Francesco che riescono a rasserenare gli animi, a incutere forza e coraggio. Cosa ci aspetta? I casi di Covid 19 aumentano a dismisura, Omicron incombe. i vaccini danno sicurezze limitate e, dopo la terza, si pensa alla quarta dose senza nessuna certezza. Le restrizioni aumentano anche se in zona bianca e restiamo tutti in maschera, anzi con maschere più efficaci. Vorremmo continuare a vivere come se niente fosse, ci consoliamo a vicenda e non c’è certezza di nulla, tranne che di una paura condivisa, che si teme non abbia più fine. Si avvicina la fine dell’anno e nessuno può certo credere ancora che la favola diventi realtà. Troppe incertezze, troppi timori e, attorno a noi il vuoto totale, nella ricerca disperata e affannosa di un domani migliore. Ancora una volta ci sentiamo appesi ad un filo, marionette di un gioco troppo grande e torniamo a chiederci: “Chi deciderà quando farci cadere? C’è ancora posto per la speranza?”

31 Dicembre 2021: Nevrosi neogenica, nevrosi depressiva, nevrosi depressogena. Di che nevrosi soffri? Lo abbiamo chiesto a molti, di tutte le età. Di certo nessuno è tranquillo in questo periodo lacerato da crisi di ogni tipo: politica, sociale, economica, personale. Rabbia, violenza, odio hanno preso il posto di quello che solo sette mesi fa era amore, desiderio di abbracciarsi, voglia di tornare a vivere insieme. Passano i giorni e la desertificazione aumenta. E proprio nel momento in cui ne avremmo maggiore bisogno, ci ritroviamo soli, soli con i nostri pensieri, le nostre angosce, i nostri sogni infranti, pronti a distruggere anche le amicizie che sembravano più salde, al primo segno di debolezza. Non tolleriamo la debolezza altrui perché abbiamo paura per noi stessi e abbiamo perso anche la capacità di immergerci nella natura, di sentirci un tutt’uno con l’Universo. Le continue restrizioni, le chiusure forzate, la perdita di posti di lavoro e la povertà derivante per tante famiglie hanno generato un clima di intollerabile sostenibilità. Negozi falliti, compresi diversi bar e ristoranti, cinema e teatri chiusi e fallimenti consequenziali; lavoratori dello spettacolo che cercano soluzioni alternative. E di fronte a questo il teatrino della politica, una politica attenta sostanzialmente solo alle poltrone. E’ questo lo scenario in cui siamo costretti a vivere in questi giorni in cui anche i vincoli di amicizia sembrano allentarsi e, a volte, venir meno perché non ci si sopporta più. Anche la solidarietà è diventata, talora, soltanto un fatto formale, il sentimento di fratellanza predicato e non praticato. Ognuno tende sempre di più a chiudersi in sé stesso e a considerare l’Altro soltanto un fastidio da evitare piuttosto che una persona con cui condividere gioie e dolori. Si sfaldano le coppie, si distruggono legami antichi. Chiusi nella stessa casa, a volte, non ci si sopporta più. Ciascuno ha il proprio racconto e non ha il tempo per dedicarsi al racconto degli altri, vuole essere PROTAGONISTA. In un primo momento, la reazione di fronte a tutto questo è stata quella di non curarsi dei DPCM e di continuare a vivere la propria vita come se niente fosse accaduto: una Disobbedienza Civile che ha portato al disastro, ad un aumento di casi di Covid 19 imprevedibile ed imprevisto. A questo punto è subentrata la paura e di qui l’eccesso di comportamenti alienanti anche all’interno della stessa famiglia, a volte assurdi. Unica assente la razionalità. Ma di quale razionalità parliamo? Cos’è la razionalità? Rinunziare a stupirsi di fronte ad un cielo stellato? No. Forse è imparare a convivere con i propri dubbi, le proprie incertezze, le proprie paure, dimenticare i sogni. Ma si può? A questo punto le reazioni sono di due tipi: una alienante, quella di cui abbiamo parlato, l’altra di maggiore coesione sociale e personale: gruppi che intensificano le riunioni online, si incontrano su piattaforme condivise e progettano il futuro, amici che si telefonano con maggiore frequenza, si inviano messaggi WhatsApp, discutono su Facebook ed evitano così l’isolamento perché sentono, a differenza di altri, il desiderio di scambiarsi opinioni, anche se contrastanti e di programmare un futuro migliore, di leggere talora il Vangelo e di attingervi insegnamenti perenni anche per chi non ha fede.” E, dopo un’ulteriore analisi della situazione, avevamo concluso affermando: “Ci sentiamo appesi ad un filo, marionette di un gioco troppo grande e ci chiediamo: “Chi deciderà quando farci cadere? C’è ancora posto per la speranza?”

Diversa la situazione del 2022: I vaccini hanno fatto il loro effetto, anche se in qualche caso, hanno causato dei danni e del Covid nessuno ha più paura, anche se le televisioni continuano ad informarci di nuove possibili ondate provenienti dalla Cina e di varianti che potrebbero colpirci ancora. Molti evitano anche di fare la 4^ dose per svariati motivi. Quella che è rimasta è la nevrosi, una nevrosi che si è manifestata e si manifesta in varie forme. Rabbia, violenza, omicidi, uxoricidi, femminicidi, una voglia di sangue inusitata hanno riempito le cronache delle pagine dei giornali di tutti i giorni e, al di sopra e più preoccupante di tutto, la guerra, l’incubo guerra, una guerra che continua al centro dell’Europa e non accenna a fermarsi. Tutti cercano e chiedono pace, ma senza risultati. Si cerca la pace e si vendono armi! Una situazione di morte e di distruzione che le vie diplomatiche avrebbero potuto evitare, se solo avessero voluto. E anche qui sono chiari gli interessi di chi sulla guerra specula. Non pensavamo certo a disastri di questo genere. I profughi continuano ad arrivare e sono teatri di guerra l’Europa da un lato, l’Africa dall’altro. I timori di una guerra atomica sorgono ogni tanto, ma si evita anche di pensarci. Sarebbe la fine dell’umanità.

E di fronte a questo: le nostre reazioni, tese da un lato ad invocare la pace, dall’altro a cercare di distenderci e di scappare, di cercare feste e teatri, musica e poesia.

E’ sorto un eccessivo desiderio di evadere, una voglia di divertirsi e di uscire che supera ogni limite. Anche se la situazione economica non è florida, i negozi sono pieni e si pensa a fare regali in attesa di riceverne altri, di organizzare cene, pranzi e feste varie. Si torna in piazza, al centro storico, nella speranza di trovare sorrisi, giochi e negozi aperti. Di certo, se le attività commerciali non fossero state sospese per la chiusura di tanti negozi, tornerebbero a fiorire.

Ci si avvicina alla fine dell’anno cercando di allontanare ogni problema, di ignorare quello che potrebbe infastidirci. Di una cosa siamo e vogliamo essere tutti certi: il 2023 sarà splendido, variegato, scoppiettante e colorato, eccezionale. Consentirà a ciascuno di realizzare i suoi sogni, di vivere in un mondo migliore e ci regalerà un gran bene, quel bene di cui non si comprende l’importanza se non quando si perde o si teme di perderlo: la PACE, la pace nel mondo, la pace nell’animo di ciascuno di noi, che torna ad aprirsi alla speranza e a sognare ancora una volta, a sognare la favola. E ci vuole un gran coraggio per tornare a sognarla!

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