Adolescenti più fragili dopo la pandemia, la cura è la relazione adolescenza è una fase bellissima ma piena di rischi- ha detto in apertura il deputato Roberto Morassut, del Partito Democratico-parlando da padre, mi chiedo cosa ci sia nei giovani di oggi. Credo l’incertezza del futuro, questa velocità che stordisce anche i meno giovani. Il Covid ha accentuato questo elemento polemico e dialettico. Dopo il covid sono aumentati i fenomeni di conflittualità, la tendenza a fare gruppo, il bullismo. La famiglia e la scuola devono aiutare i giovani a trovare la loro molla, il loro stimolo.
Questa è la sfida di questo drammatico momento segnato dall’ordinarietà delle crisi”. Pasquale Ciacciarelli, consigliere della Regione Lazio, ha detto che “su queste risorse abbiamo investito molto, con tutta una serie di azioni portate avanti negli istituti del Lazio”. E ha ricordato i fondi per dotare le scuole di psicologi, e le norme per limitare la circolazione di immagini sensibili online. “I social accorciano le distanze, ma spesso vengono anche usati in maniera errata”, ha aggiunto. Hanno contribuito al dibattito anche il reverendo Andrea Ciucci, della pontifica Accademia della Vita, che ha sottolineato l’importanza della famiglia e della presenza, e Maddalena Cialdella, psicologa e presidente di Aires Onlus.
“Un genitore deve oscillare tra la presenza e l’assenza- ha detto la psicologa- Non deve invadere il campo del proprio figlio. Né offrire al figlio un sentimento di vuoto. Quindi un genitore adeguato dovrebbe sottrarsi ma anche esserci. Per garantire la presenza e veicolare il messaggio di autonomia per il proprio figlio”. Ospiti dell’incontro, moderato da Eva Evangelista e Pietro Romano, sono stati anche Manuela Cacciamani, Founder One More Picture e presidente Unione Editori e Creators digitali di ANCIA, e Ranieri Razzante, già consigliere per la cybersicurezza del governo Draghi. Franco Vaccari, psicologo e presidente di Rondine Cittadella della pace, ha spiegato il principio alla base della Cittadella: far incontrare e insieme formare giovani provenienti dalle zone di conflitto di tutto il mondo.
Con loro, anche adolescenti italiani al quarto anno di studi superiori. “La nostra esperienza ci ha fatto capire cose incredibili sul potere delle relazioni- ha spiegato- e dal lavoro sulla cura delle relazioni è emerso un successo oltre ogni rosea previsione. Si può cambiare il mondo, in maniera autentica, partendo da sé. associazione Impresa per la vita e Direttore della clinica Santa Famiglia e Stefano De Lillo, vicepresidente Omceo.