Nel prossimo decennio, nel mondo, si potrebbero verificare 2 milioni in più di mutilazioni genitali femminili e 10 milioni in più di matrimoni precoci, in base a quanto emerge da un sondaggio di Unicef Italia sulla violenza contro le donne: il 75% di chi ha risposto ne ha sentito parlare e pensa che sia un problema.
In particolare, Unicef Italia in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (domani 25/11) e dell’inizio della campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere presenta i risultati del sondaggio sulla piattaforma indipendente U-Report Italia, sostenuta dall’Unicef, sulla violenza contro le donne e le ragazze e ricorda che nel mondo l’aumento della povertà, dell’insicurezza, degli spostamenti, dei cambiamenti climatici e dei conflitti, in aggiunta alla persistenza di discriminazioni di genere in ogni società, amplificano le cause dei matrimoni precoci e delle mutilazioni genitali femminili e rendono le bambine ancora più vulnerabili.
Inoltre, per via della pandemia da Covid-19 è probabile che nel prossimo decennio si verifichino 2 milioni di casi in più di mutilazioni genitali femminili e 10 milioni di matrimoni precoci in più. Lo scorso 16 novembre l’Unicef Italia ha lanciato un sondaggio sulla violenza sulle donne e sulle ragazze rivolto ai giovani tra i 14 e i 30 anni, iscritti alla piattaforma U-Report Italia, e hanno risposto in 293.
Il 75% ha dichiarato di aver sentito parlare di violenza contro le donne e pensa che sia un problema fra le proprie coetanee; In caso di violenza, il 65% crede che sia più utile chiedere un supporto specializzato, il 10% crede che sia più giusto confidarsi con familiari e/o adulti, il 7% ritiene che sia più utile ignorare il problema; Qualora un’ amica confidasse di aver subito violenza, il 24% la accompagnerebbe a sporgere denuncia, l’11% le consiglierebbe di parlare con un adulto fidato, il 7% le direbbe che non è sola, il 5% le consiglierebbe di rivolgersi a uno psicologo, il 4% le direbbe che non è colpa sua, l’1% le consiglierebbe di recarsi da un medico, il 47% le darebbe tutti i consigli precedenti; il 95% sarebbe d’accordo o molto d’accordo sull’inserimento dell’educazione alla parità di genere e alla prevenzione della violenza di genere nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole.
“Tuttavia, ancora oggi nel mondo 600 milioni di ragazze adolescenti continuano ad affrontare sfide senza precedenti per la loro istruzione, il benessere fisico e mentale, e la protezione necessaria per una vita senza violenza. Le ragazze hanno dimostrato più volte che, se viene loro garantito accesso a tutte le opportunità, possono essere le artefici del cambiamento e guidare il progresso nelle loro società, costruendo un futuro più solido per tutti, compresi donne, ragazzi e uomini”, sottolinea Unicef Italia.
L’unicef Italia, infine, rilancia la petizione “No alla Violenza di genere: insegniamolo tra i banchi”, per chiedere al Ministero dell’Istruzione e del Merito di consolidare la promozione della parità di genere e la prevenzione della violenza di genere nell’ambito dell’insegnamento dell’Educazione Civica nelle scuole, in sinergia con quanto previsto sia nel nuovo Piano Nazionale d’Azione per l’Infanzia e l’Adolescenza sia nel Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne, di cui anche l’Unicef ha promosso l’adozione.
Per aderire alla petizione: www.unicef.it/firma