Si sono concluse nella tarda serata di domenica le operazioni di sbarco dei migranti giunti al porto di Catania a bordo della Geo Barents, nave di Medici senza frontiere. In base alle nuove norme decise dal governo, i medici dell’Usmaf hanno visitato tutti i migranti e dato l’ok allo sbarco di 357 delle 572 persone che erano a bordo: via libera a donne, minori e persone con fragilità. I minori non accompagnati scesi dalla nave sono 56. Tutti i sopravvissuti scesi dalla Geo Barents sono stati trasferiti al Palaspedini, dove la Protezione civile regionale e il Comune di Catania hanno fornito la prima assistenza. Le persone rimaste a bordo, invece, sono 215.
Resta attraccata al porto di Catania anche la Humanity 1, nave della ong tedesca Sos Humanity che dopo avere assistito allo stop allo sbarco per 35 dei 179 migranti a bordo ha deciso di disobbedire all’ordine delle autorità italiane di mollare gli ormeggi e salpare dal porto del capoluogo etneo. “Non andrò via fino a quando non saranno scesi tutti”, ha affermato il capitano della nave Joachim Ebeling. La ong ha inoltre ingaggiato una battaglia legale contro i provvedimenti del governo italiano annunciando ricorso al Tar del Lazio.
Per Mirka Schafer, componente dell’ufficio legale di Sos Humanity, “sia il decreto che lo stop allo sbarco dei 35 sopravvissuti rappresentano una violazione del diritto internazionale secondo il quale un’operazione di ricerca e soccorso si conclude con lo sbarco in un luogo sicuro”. Negare lo sbarco ad alcuni migranti, secondo la rappresentante di Sos Humanity, “costituisce una forma di respingimento collettivo e viola, quindi, sia la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che il principio di non respingimento della Convenzione di Ginevra sui rifugiati”.
Si è spostata dalla costa siracusana a quella catanese, intanto, la Ocean Viking, nave di Sos Mediterranee: a bordo 234 persone e la ong ha già chiesto un porto sicuro.