La giunta Schifani è pronta per vedere la luce. In queste ore sono in corso di registrazione i decreti mentre si portano a compimento tutte le procedure burocratiche per la nomina dei dodici assessori della prima giunta Schifani alla Regione. Un percorso travagliato quello che ha portato alla nascita di questo esecutivo. un percorso che è stato raccontato solo in parte e che vede molti protagonisti rimasti dietro le quinte.
A prescindere dalla figura del Presidente della Regione che alla fine ha deciso di cedere alle richieste di Fratelli d’Italia per senso di responsabilità, sono tanti i vincitori e tanti gli sconfitti in questa battaglia politica sotterranea.
Ma su tutti emerge una figura politica che sembrava essere rimasta un poco appannata negli ultimi anni, quella dell’ex Ministro Totò Cardinale. Con Gianfranco Miccichè messo fuori gioco e con un pezzo da novanta in giunta come Edy Tamajo, insieme al quale aveva dato vita a Sicilia Futura negli anni del regno di Crocetta, Cardinale lancia una vera e propria OPA (Opzione di acquisto in gergo finanziario) su Forza Italia.
Su tre assessori azzurri, infatti, uno è una sorta di figlioccio politico (Tamajo), un altro è un tecnico estremamente vicino (Volo) e il terzo non è certamente un nemico (Falcone).
I bene informati dicono che nelle trattative Cardinale ha avuto un ruolo da ‘grande vecchio’ e che questo peserà nel prossimo futuro. Sia nell’immediato che in vista delle europee quando potrà spendere qualche credito a vantaggio della figlia Daniela.
D’altronde non è una grande sorpresa. Era il 3 settembre quando anche BlogSicilia scriveva del “bagno di folla” per Cardinale e figlia a sostegno di Schifani a Mussomeli
L’altro grande vincitore in questa partita è sicuramente Ignazio La Russa. Dopo aver piazzato il suo figlioccio paternese Gaetano Galvagno quale presidente dell’Ars, il Presidente del Senato piazza anche Scarpinato in giunta imponendo, di fatto, una doppia scelta tecnica contrariamente alle regole “politiche” che erano state dettate. Schifani cede per evitare scontri dopo aver constatato l’inesistenza di margini di discussione.
Vincitore può definirsi senz’altro anche Luca Sammartino. L’esponente della Lega, infatti, ottiene vice presidenza e assessorato all’Agricoltura che certamente è un incarico di rilievo, un assessorato che gli spregiudicati definirebbero di serie A. Da quell’assessorato inizio la “carica” politica regionale di un signore noto come Totò Cuffaro. Proprio Cuffaro è sicuramente un altro vincitore con subito due assessori in giunta al suo ritorno.
In testa agli sconfitti non c’è dubbio che debba starci Gianfranco Miccichè. Lo ha detto anche lui nei giorni scorsi, non gli hanno dato neanche le caramelle. Ma non ne esce bene, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, neanche Nello Musumeci. E’ vero che in giunta c’è Elena Pagana, la moglie di Ruggero Razza. Ma sull’altare di questa scelta deve sacrificare Giusi Savarino. E su Facebook Giuseppe Catania, il marito della Savarino, anche lui uomo di Musumeci, non la prende bene. “Tante maschere e pochi volti” scrive. E poco prima in un altro post aveva scritto “Resterò in silenzio per un po’. Ma racconterò la storia e l’identità morale e l’onestà di questi pseudo leader”. L’impressione di chi legge è che il riferimento sia tutto interno alla coalizione.
In tutto questo appare abbastanza chiaro, inoltre, che la fusione a freddo fra Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima non è riuscita del tutto. Al contrario i due partiti restano ben distinguibili dentro FdI
Grandi sconfitti anche gli Autonomisti e Popolari. Saverio Romano e Raffaele Lombardo insieme prendono un solo assessore e devono accettare l’ultima delega rimasta, quella che non vuole nessuno. Ma Lombardo, almeno, piazza Roberto Di Mauro mentre Romano resta a bocca asciutta.