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Quali sono i giochi della tradizione siciliana? Un elenco

Redazione

Quali sono i giochi della tradizione siciliana? Un elenco

Mar, 22/11/2022 - 19:39

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L’Italia è un Paese che tiene particolarmente alla propria cultura e alle tradizioni, soprattutto al Sud. Arte, cucina, ma anche intrattenimento: nelle zone più antiche di regioni specifiche come la Sicilia è possibile riscoprire l’esistenza di attrazioni e passatempi che sembravano essersi perduti nel tempo. Molti sono perlopiù giochi da strada, come il “Vacca scinni e ntravacca”, in cui sono presenti due gruppi di giocatori nei quali uno in particolare era deputato fungere da “cavallino” per far saltare gli altri in avanti, allo scopo di arrivare più lontano rispetto agli altri o di far salire sulle spalle degli avversari più giocatori possibili senza errori.

Lo “Sciancateddu”, invece, consiste nel disegnare a terra con il gesso uno schema composto da caselle sulle quali bisogna saltare utilizzando una sola gamba. “sciancatu” significa infatti “zoppo” e non è raro che durante i salti i giocatori si sbilancino e falliscano nel proprio intento di superare i percorsi tracciati. In buona sostanza, lo “Sciancateddu” è la variante siciliana del famoso gioco della campana. Un altro gioco tipico dell’antica Trinacria (che è il nome della Sicilia presso i Greci) è l’“Ammuccia-Ammuccia”, una sorta di nascondino che prevedeva spesso scherzi alle bambine, o il classico “Guardia e ladri”, condito però da numerose espressioni dialettali, difficilmente comprensibili da chi non è delle parti di Catania o Palermo.

Più gettonato tra i bambini maschi è la “Strummula”: questo termine indica una sorta di trottola artigianale, naturalmente realizzata con materiali di fortuna, che si deve cercare di far roteare più a lungo rispetto a quelle avversarie. Un gioco che unisce divertimento e inventiva, quindi: ogni strummula è evidentemente diversa dall’altra, ma curiosamente il gioco non prevede nemmeno un vero e proprio vincitore. A perdere è infatti soltanto l’ultimo classificato, la cui strummula deve ricevere per penitenza il numero di “pizziate” stabilito prima di cominciare la partita, che spesso e volentieri finiscono anche col distruggere la strummula stessa.

Un altro gioco piuttosto simpatico è “Acchiana ‘u patri cu tutti ì so’ figghi”, antesignano della “Cavallina”. Anche qui i bambini salgono l’uno sulle spalle dell’altro, ma affinché l’ultimo a saltare riesca a completare in tempo la recita di una filastrocca prima che il bambino incaricato di sorreggere gli altri cada sotto al peso dei compagni. Molto più semplice e forse meno pericolosa è “‘A Mazza”: una volta reperiti due pezzi di legno di lunghezze differenti, si deve colpire una delle punte del bastone più corto per sollevarlo da terra e far sì che venga poi scaraventato via da un’apposita mazza. A vincere è chiaramente chi riesce a spedire più lontano il bastoncino.

Oggi i tempi sono cambiati e le modalità di svago tradizionali faticano molto di più a suscitare interesse tra le generazioni dei nativi digitali. La rete è piena zeppa di contenuti anche per quel che concerne l’intrattenimento, sia per i più piccoli sia per i più grandi: ai videogame si accompagnano le migliori slot che si trovano online o le riproposizioni virtuali dei più classici giochi di carte, per esempio. Eppure, sono proprio le terre come la Sicilia a resistere maggiormente al progresso tecnologico conservando le più evidenti tracce delle antiche tradizioni.