Sicilia, terra dai paesaggi pittoreschi e dal folklore intramontabile. Forse non tutti sanno che tra le tradizioni tipiche dell’antica Trinacria rientrano i giochi di carte, molto diffusi in Italia e praticati in particolar modo nelle regioni del sud, anche in occasione di eventi come feste patronali. Ad esempio in occasione della festa del santo patrono in località come Sommatino vengono organizzati persino dei tornei di giochi di carte, a riprova del fatto che il popolo siciliano è molto legato ad alcuni dei giochi più conosciuti del Mezzogiorno, di quelli che si praticano soprattutto con i mazzi regionali, quali ad esempio Sette e mezzo o Briscola. In Sicilia i mazzi di carte locali sono composti da 40 carte, in pieno stile spagnolo. Dalle parti di Palermo e Catania esistono anche dei giochi più specifici, molto meno comuni nel resto d’Italia. I giochi della tradizione ovviamente conservano un posto speciale tra le preferenze degli appassionati di carte siciliani, ma vale la pena evidenziare che, come accade in altre aree e regioni, anche le vecchie abitudini vengono surclassate dalle nuove tendenze della rete. Ben più popolari di Cavaduzzo, Ti Vitti e Piatto, sono infatti giochi come il poker che, nel mondo digitalizzato in cui viviamo oggi, è sempre facile rintracciare all’interno di sale da gioco online che consentono di giocare a poker online gratis senza registrazione (ovvero senza che sia necessario registrarsi alla piattaforma). Chi è poco avvezzo alla tecnologia, invece, continua a preferire una partita ai vecchi giochi, seduto comodamente al tavolino di un bar.
Cavaduzzo
I giochi di carte non richiedono necessariamente di ricevere 3 o più carte in mano all’inizio del turno, magari allo scopo di sottrarre quelle degli avversari o creare combinazioni fortunate. Ne è un esempio lampante il Cavaduzzo, una sorta di riproposizione della corsa dei cavalli. Forse ad un primo impatto potrebbe sembrare un’attività fin troppo bambinesca, ma si tratta di un gioco di quelli che vanno per la maggiore da decenni. In buona sostanza, le carte che raffigurano i cavalli dei vari semi vengono incolonnate verticalmente, a gruppi da 10. In base alle carte girate poco alla volta dal mazziere, i cavalli avanzano di posizione in posizione fino ad arrivare al traguardo. Più che un vero e proprio gioco di carte, sembra una scommessa: i giocatori devono infatti provare a indicare in anticipo quale cavallo vincerà per primo la “corsa” sul tavolo. Non occorrono, pertanto, abilità di calcolo o strategie specifiche. Nel Cavaduzzo conta anche una certa dose di fortuna per arrivare alla vittoria.
Ti Vitti
“Ti vitti” significa “Ti ho visto” in dialetto siciliano. In questo gioco lo scopo è quello di consumare le carte a propria disposizione disponendole su una cosiddetta “pila”, seguendo determinati criteri. Chi non vi aggiunge carte pur rispettando i requisiti viene ammonito dagli altri al grido di “Ti vitti”, per l’appunto. Tutti i giocatori possono voltare una carta alla volta. Se esce un 1, viene utilizzata per formare la base della “pila” del seme corrispondente, dopodiché si girano altre carte e quelle non posizionabili sulla propria “pila” possono essere messe sopra a quelle dei giocatori avversari. Una carta che non trova collocazione su nessuna “pila”, invece, viene riposta, scoperta, sul proprio mazzo. Se si incappa in errore, vengono aggiunte 3 carte ad una “pila”. Da notare che per vincere non serve obbligatoriamente arrivare alla fine del proprio mazzo, se si rimane con un’unica carta che è impossibile collocare.
Piatto
Un altro gioco molto in voga in Sicilia è il Piatto, che consiste nell’indovinare se la carta consegnata ad un giocatore sia più alta o più bassa di quella del mazziere. In questo caso individuare delle regole ben precise è più complicato. Si parla infatti di un gioco molto elementare, il cui svolgimento viene talvolta personalizzato sul momento dai partecipanti. Come nel Cavaduzzo, alla fine il gioco si riassume in una serie di scommesse. Sta ai giocatori stabilire cosa mettere in palio per ogni previsione azzeccata.