“Del risultato di oggi andiamo fieri per la complessità e la fatica che l’operazione è costata alla Polizia di Stato. Per il sostegno avuto dalla Procura distrettuale nissena e, in particolare, dalla dottoressa Claudia Pasciuti e da dottor Davide Spina“. A dirlo all’Adnkronos è il questore di Caltanissetta, Emanuele Ricifari, dopo l’operazione ‘Mare aperto’ che ha smantellato un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Diciotto le ordinanze di custodia cautelare (12 in carcere e 6 ai domiciliari) emesse dal gip di Caltanissetta su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. Gli investigatori della Polizia hanno fatto luce su un traffico di migranti lungo la rotta Tunisia-Sicilia. A bordo di piccole imbarcazioni, con potenti motori fuoribordo, esperti scafisti agivano lungo la rotta tra le città tunisine di Al Haouaria, Dar Allouche e Korba e le province di Caltanissetta, Trapani e Agrigento.
Per raggiungere le coste italiane bastavano meno di quattro ore. E su ogni imbarcazione il gruppo criminale trasnazionale trasportava dalle
10 alle 30 persone per volta, “esponendole a grave pericolo per la vita”, spiegano gli investigatori della Squadra mobile, diretti dal vice questore aggiunto Antonino Ciavola. Dei 18 destinatari delle misure cautelari 12 sono stati catturati, mentre 6 sono tuttora irreperibili poiché probabilmente all’estero. “L’elemento interessante è che l’organizzazione era italo-tunisina, dotata di potenti natanti, reinvestiva il suo guadagno nella ‘impresa criminale’ e senza alcuno scrupolo in caso di pericolo avrebbe buttato i migranti a mare”, conclude il questore. (Adnkronos)