Caltanissetta, la città “babba” che segue una politica chiacchierona e poco fattiva

Definire una città “babba” (ingenua) e i suoi abitanti “babbi” (chiacchieroni, lamentosi e buoni solo a parlare), è un classico.

Spesso dietro questo modo di dire, comodo per chi vuol farsi i fatti suoi, si nascondono invece fatti e misfatti di una città molto attiva su altri fronti, magari meno edificanti e che di “babbo” non hanno nulla, anzi.

In realtà usare questo appellativo è anche un modo furbesco per chi ha saputo e sa mimetizzarsi in modo perfetto, dando l’immagine di una città tranquilla e serena, dove le cose vanno bene ed i suoi cittadini non hanno problemi di nessun genere.

Caltanissetta ha da sempre creato poco clamore mediatico, in particolare su grandi fatti di cronaca, ha insomma cercato di evitare di accendere riflettori su se stessa e sui tanti scheletri negli armadi, che ci sono, riuscendo a nascondere bene la polvere sotto il tappeto, eccenzion fatta solo per qualche caso.

La città è riuscita per anni, per chi non vive alcuni ambiti, a centrare quest’obiettivo, ma se si alza il tappeto o si mettono in discussione fatti e personaggi, scopre che poi così “babba” non è. Scopre, cioè, che di “babba” o “ridente cittadina” ha ben poco, ridente lo è solo per chi non sa o per chi fa finta di non sapere.

In sostanza per decenni vari personaggi, potenti gruppi economici e politici hanno fatto il classico bello e cattivo tempo. Decidevano, nelle segrete stanze, chi nominare in questo o in quell’ente, chi fare eleggere nelle varie sedi istituzionali, per potere poi esercitare il proprio potere, chi far assumere, soprattutto nel privato, insomma per creare clientelismo.

Le segreterie politiche erano sempre affollatissime, pronte a raccogliere e a soddisfare le “richieste” dei cittadini, che però dovevano poi dimostrare fedeltà assoluta e soprattutto silenzi.

Questo andazzo era più che risaputo, ma essendo il potere ben consolidato ed i vantaggi, per il cerchio ristretto degli amici e gli amici degli amici, assicurati, il tutto faceva e forse fa comodo a tanti.

Ma prima o poi, magari con motivazioni diverse, vendetta o spirito di giustizia, qualcuno apre bocca e si scopre che tanto “babba” la città ed i cittadini non sono. Ci sono però ambiti e tematiche dove mettere il naso o dire apertamente cose che in fondo tutti sanno, ma che nessuno dice facilmente, non è “salutare”, a molti da fastidio.

Chi però apre bocca, dimostrando coraggio e voglia di giustizia, rischia. Rischia ritorsioni, isolamento, maldicenze, insinuazioni, per non parlare anche che alcuni personaggi, se solo sfiorati, oltre a toglierti il saluto, sono soliti minacciare o procedere con querele, che spessissimo però vengono archiviate, ma che comunque, in alcuni casi, raggiungono l’obiettivo per il quale vengono fatte, cioè intimorire e far togliere il vizio di ficcare il naso dove molti non vorrebbero che si mettesse.

Ma fortunatamente molti non hanno di questi timori, anzi qualcuno, quando succede ciò, si carica ancor di più.

Bisognerebbe partire dall’ABC del concetto della rappresentanza e del servizio, non soltanto politica, ma anche quella di dirigenti e funzionari nei vari enti.

I politici locali vengono eletti dai cittadini per portare avanti le loro istanze e cercare di risolvere le tante problematiche presenti. Assistiamo invece da anni ad una politica chiacchierona e poco fattiva. Chiacchierona perchè onestamente non si può negare che parli tanto, interviene anche energicamente durante i consigli comunali, nelle varie commissioni, sui social, da tutti criticati ma da tutti usati per farsi spot personali ma raramente per rispondere ai cittadini.

Poco fattiva, perchè se andiamo ad analizzare la loro azione, non possiamo non notare che, a parte i soliti temi, erba, strade, verde, sui temi “caldi”, ad esempio Università, Sanità, Impiantistica Sportiva, dice poco e quando la fa lo fa male.

Dirigenti e funzionari è chiaro non vengono eletti, in alcuni casi però sono nominati dalla politica. Svolgono un ruolo importantissimo per il funzionamento della macchina amministrativa, spesso “contano” più dello stesso politico, ma alcuni sono “figli” della politica e sono legati da un “do ut es “, pena non riconferme, trasferimenti o mancanza di incarichi. Se, sia la parte politica che amministrativa, svolgessero al meglio il proprio incarico o lavoro, meglio servizio, i cittadini non avrebbero nulla di cui lamentarsi e veramente potrebbero dire di vivere in una “ridente cittadina”.

Ma Caltanissetta ed i nisseni hanno poco da ridere al momento, i cittadini andrebbero semmai ascoltati maggiormente per interpretare positivamente il loro dire e cercare di metterli a tacere con i fatti.

Ma se ciò non accade i cittadini saranno costretti sempre più a farsi sentire ed esporsi.

“Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna”

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