Riceviamo e pubblichiamo la nota di Francesco Gentile e Leonardo Mangiulli, fondatori dell’ Associazione Sindacale Professionisti Militari in merito ad alcuni aspetti indicati nel testo della legge di bilancio 2023.
A seguire il testo integrale:
La situazione in cui verte il Paese non è facile da gestire ed un Esecutivo appena insediatosi, di certo, non può fare una manovra che vada a sopperire un clima di apparente regressione.
È pur vero però che leggendo attentamente e con senso di responsabilità la seconda bozza della Legge di Bilancio ci accorgiamo che le promesse elettorali, che erano state tanto decantate e i lunghi applausi di ringraziamento, nelle aule del Parlamento, per il continuo impegno dei militari italiani, non trovano riscontro nel testo di Bilancio 2023 in termini di attenzioni e valorizzazioni professionali per le donne e gli uomini delle Forze Armate e di Polizia.
Il Governo ha messo mano alle Casse di Previdenza del personale militare, istituendo quella dei Graduati che si vedono da decenni sperequati rispetto agli altri appartenenti del Comparto e di questo non possiamo che accennare un momento di soddisfazione.
Questo però non può distogliere l’attenzione dalla grave situazione economica in cui versa il Comparto. I militari, al pari di tutti i cittadini italiani ma con limitazioni legislative ed economiche superiori, vivono l’attuale situazione inflattiva italiana, pari al 10%, in modo molto più pesante.
I continui spostamenti dei militari nelle sedi più disparate, dislocate lungo la penisola, legati alle esigenze operative di uno strumento eccellente, gravano inevitabilmente sul fabbisogno familiare. Ormai, i militari sono costretti ad ottemperare agli ordini impartiti, ma non possono più portare con loro i propri affetti familiari. Il salario mensile, soprattutto delle fasce deboli, non permette di poter garantire al proprio nucleo familiare una vita dignitosa. Non è più possibile per un militare pagare un affitto di una abitazione per far restare il nucleo familiare unito e, pertanto, è costretto per anni a stare lontano dai propri affetti e utilizzare il proprio denaro per raggiungere settimanalmente la famiglia; anziché utilizzarlo per una crescita culturale dei propri figli o per costruirsi un tetto dignitoso sotto cui abitare.
Una situazione disastrosa, al limite della decenza. Si sta ribaltando il concetto della Specificità dei militari e dei poliziotti. Su questo punto ci saremmo aspettati un segnale concreto da parte del Governo che avrebbe dovuto mettere mano ai compensi accessori del personale militare.
Questo si aggiunge al mancato rinnovo delle somme per il contratto di lavoro 2022-2024, per il quale non è stato stanziato un euro. Sarebbe opportuno prevedere, almeno per il prossimo anno, un compenso mensile che vada quantomeno a sopperire un tasso inflattivo, che è paragonabile ad una vera e propria patrimoniale, in maniera adeguata e giusta e soprattutto che sia pensionabile.
Resta ancora da chiarire il mancato finanziamento della tutela sanitaria e legale del personale militare che, oltre a mettere a rischio quotidianamente la propria vita, si vede costretto a sopperire a spese legali per fatti accaduti durante il servizio.
Come se non bastasse, l’incremento stipendiale del rinnovo contrattuale 2019-2021 è nettamente inferiore all’incremento contrattuale appena riconosciuto ad altri comparti. La Difesa non deve sempre patire e “aspettare” rispetto ad altri.
Su questo il Governo deve confrontarsi, poiché tante volte abbiamo atteso, per senso di responsabilità, e non abbiamo preteso, ma proprio questo comportamento altamente responsabile non deve passare per sberleffo.
Ci aspettiamo che il Governo faccia una netta inversione di tendenza nei riguardi del personale militare, reperendo i fondi necessari atti a finanziare gli istituti che permettono di garantire un clima sereno al personale.
Siamo accanto alle sigle sindacali delle Forze di Polizia per una ideologica protesta dei militari che ci onoriamo di rappresentare.