San Cataldo. I sindaci Leonardo Burgio, Gioacchino Comparato e Giuseppe Catania: “Ottima notizia il via a procedure per bonifica del sito Bosco”

“Accogliamo con favore la notizia dell’avvio delle procedure per la bonifica del sito di Bosco. Più volte, negli ultimi mesi avevamo segnalato la necessità di non abbassare la guardia, di continuare ad insistere per una bonifica integrale del sito, che lo stesso, in breve, non diventasse un pericoloso sito di stoccaggio dell’amianto e di altre sostanze pericolose”.

Così, in una nota congiunta, i sindaci Gioacchino Comparato, Giuseppe Catania e Leonardo Burgio.

La nota prosegue: “Tanti gli incontri, tanti i volontari e le associazioni coinvolte, dal Movimento Cinque Stelle di San Cataldo e di Serradifalco, al gruppo No Serradifalko, al WWF e ancora il Comitato Letizia e i tanti volontari che hanno lottato in questi anni per ottenere una bonifica integrale del sito (Totino Saia, Angelo La Rosa, Marcello Palermo, Filippo Inserra, Gianfranco Cammarata, Adriano Bella, Angelo La Rosa, Ennio Bonfanti, Michele Ninfa, soltanto per citarne alcuni).

E inoltre, alta era stata l’attenzione e l’impegno della Giunta sancataldese Modaffari, nel denunciare le condizioni del sito, impegnandosi per la sua bonifica.

E ancora, in una precedente riunione tra Amministrazioni (presenti il Sindaco di San Cataldo, Gioacchino Comparato, quello di Mussomeli Giuseppe Catania e il Sindaco di Serradifalco Leonardo Burgio e il Vicesindaco Martino), avevamo concordato la necessità di coinvolgere pienamente le Amministrazioni di San Cataldo, Serradifalco e Mussomeli, per arrivare ad una soluzione della questione, chiedendo agli Uffici Regionali, la giusta attenzione sulla questione.

Ebbene, proprio qualche giorno fa, è stata approvata dalla Regione Siciliana, la Proposta di Finanza, presentata dalla GMRI Srl, relativa al ‘Progetto per la rimozione dell’ammasso salino abbancato all’interno dell’area della cessata concessione mineraria per Sali potassici, denominata convenzionalmente Bosco – S. Cataldo, ubicata in C/da Bosco agro di S. Cataldo (CL).

Lo apprendiamo – prosegue il documento – da una nota giunta dall’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità, infatti, emerge che il dirigente generale del Dipartimento dell’Energia, ing. Antonio Martini, ha determinato la fattibilità della Proposta. Si tratta di un primo importante passo per la bonifica del sito di Bosco, dando il via alla bonifica del sale da anni lì abbandonato.

Durante un incontro tenutosi lo scorso 16 settembre, a Palazzo delle Spighe, sede del Comune di San Cataldo, il direttore Martini, alla presenza del Rup, il responsabile unico del procedimento Salvatore Pignatone, ha esposto i particolari dell’iter amministrativo relativo al recupero dell’ammasso salino depositato all’interno dell’ex insediamento minerario, lo stesso dirigente regionale aveva assicurato il massimo impegno e la priorità operativa allo sviluppo delle attività propedeutiche per la concretizzazione del progetto.

La società GMRI Srl aveva presentato il Progetto di Finanza nel giugno del 2021 previa campagna di ricerche e studio, sondaggi meccanici, analisi di laboratorio e, tra l’altro, anche studi economici e finanziari, tutti eseguiti a propria cura e spese al fine di ottenere la concessione per la coltivazione, la manipolazione e la vendita, a scopo industriale, del minerale costituente l’ammasso salino. L’investimento iniziale è previsto in oltre dieci milioni di euro, a totale carico della società proponente.

I tempi previsti per il completamento delle attività di preparazione e sistemazione dell’area di interesse, della costruzione delle strutture necessarie alla lavorazione e delle relative pertinenze e servizi, nonché la realizzazione delle opere e dei lavori primari per poter procedere alla coltivazione, si ritiene possano essere di circa 18 mesi.

“Positive saranno le ricadute economiche, lavorative, ambientali e sociali dell’operazione sul territorio. Infatti, le attività prevedono, in aggiunta alla fase realizzativa, un impegno di circa 15/20 unità lavorative in impianto oltre all’indotto creato (primario e secondario) stimato in più di 30 unità lavorative. Da non sottovalutare, inoltre, l’aspetto finanziario ed economico generale generato da tasse e tributi inerenti l’attività stessa, oltre che l’imposta sul valore aggiunto (IVA) e l’incremento del Prodotto Interno Lordo (PIL) generato dalla coltivazione del minerale” concludono i Sindaci.

Quello compiuto è  un primo passo, senz’altro, ma non possiamo e non vogliamo fermarci qui, dopo l’ammasso salino, si dovrà procedere anche alla rimozione di tutto l’amianto presente nell’aria. Non intendiamo abbassare la guardia”.

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