Salute

Agrigento, processo per diffamazione per Marco Venturi. Montante parte civile

Redazione

Agrigento, processo per diffamazione per Marco Venturi. Montante parte civile

Lun, 17/10/2022 - 21:07

Condividi su:

Il giudice monocratico del tribunale di Agrigento ha ammesso la costituzione di parte civile, in un processo per diffamazione, da parte dell’ex vicepresidente e responsabile per la Legalita’ di Confindustria nazionale, Antonello Montante, condannato a 8 anni di carcere, lo scorso 8 luglio a Caltanissetta, nel processo di appello che lo vede imputato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e di accesso abusivo al sistema informatico. Nel giudizio che si tiene ad Agrigento invece Montante e’ persona offesa dal reato, assieme ad altre persone: tra gli imputati c’e’ infatti il grande accusatore dell’ex presidente degli industriali siciliani, Marco Venturi, gia’ assessore del governo siciliano presieduto da Rosario Crocetta.

Venturi e’ ritenuto – grazie a una consulenza informatica – il vero autore degli articoli apparentemente firmati da Salvatore Petrotto sul blog on line Sicilia cronaca – Informazione quotidiana. In sostanza tra il giugno e il luglio 2016 Venturi, in concorso con Petrotto, l’editore Giuseppe Deni, Antonino Reginella e Ivano Bertorotta, avrebbe preso di mira alcuni personaggi molto vicini a Montante come Maria Grazia Brandara, attuale sindaco di Naro (Agrigento), gli ex assessori del governo Crocetta Mariella Lo Bello e Linda Vancheri. Nel mirino anche un personaggio non legato a Montante, l’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, sfuggito a un attentato nel maggio di sei anni fa. Tutti erano gia’ costituiti parte civile, con l’assistenza degli avvocati Enrico Sanseverino, Salvatore Pennica, Marcello Montalbano e Antonino Gerbino. Oggi il tribunale ha ammesso la costituzione anche di Montante, assistito dall’avvocato Sanseverino, sul presupposto che il grande accusatore, coperto da una firma diversa dalla sua, avesse diffamato l’ex paladino della legalita’, condannato a 14 anni e 6 mesi dal Gup nisseno e poi a 8 anni dalla Corte d’appello. (AGI)