Dopo 10 giorni di ricovero, è stato dimesso ed è tornato a casa in buone condizioni il paziente della provincia di Caltanissetta, sottoposto all’ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli di Palermo a un intervento di asportazione di un mesotelioma peritoneale che ha interessato tutta la cavità addominale “con presenza di noduli – spiegano dall’ospedale – e liquido ascitico”. Il delicato intervento, durato circa 10 ore, è stato eseguito presso l’Unità operativa complessa di Chirurgia, diretta da Cosimo Callari, da Dario Di Miceli, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia oncologica. Asportati tutti i noduli e la membrana dell’addome (peritoneo). Al termine dell’intervento chirurgico è stata effettuata un’infusione intraoperatoria chemioterapica, HIPEC (chemioterapia intraperitoneale ipertermica) con farmaci specifici. Si tratta di una tecnica che prevede l’impiego dei farmaci chemioterapici direttamente in cavità addominale là dove il tumore si localizza, attraverso un ‘lavaggio’ ad alta temperatura (41-42 gradi).
Il mesotelioma maligno è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3 per cento di quelli nelle donne. Secondo le stime dell’Associazione italiana registro tumori (Airtum), nel 2020 erano attesi circa 1.500 casi tra gli uomini e 500 tra le donne. Il 90 per cento dei mesoteliomi è causato dall’esposizione ad amianto, un materiale che è stato utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Poiché intercorrono di solito alcuni decenni tra l’esposizione all’amianto e l’eventuale insorgenza del mesotelioma, ci si attende che il numero di diagnosi continuerà a salire nei prossimi anni per raggiungere il picco tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila. “Il mesotelioma peritoneale maligno – spiegano Di Miceli e Callari – è un tumore primitivo del peritoneo che origina dalle cellule parietali (mesotelio) della cavità peritoneale. Rappresenta il 10-30% dei mesoteliomi maligni. Le strategie terapeutiche da mettere a punto richiedono un approccio multidisciplinare e devono essere discusse dagli esperti presso un centro specializzato”.