Salute

Mussomeli, L‘esame (di Mario Difrancesco)

Carmelo Barba

Mussomeli, L‘esame (di Mario Difrancesco)

Lun, 12/09/2022 - 17:01

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: A chi non è capitato di sostenere degli esami ! Alla scuola elementare, alle medie, alle scuole superiori, all’università, nei concorsi e in tante altre circostanze. In questi esami abbiamo avuto il ruolo dell’esaminando, di chi cioè deve rispondere alle domande e si trova spesso in una presunta condizione di inferiorità nei confronti dell’esaminatore. Quanta emozione , quanta sofferenza, quanta tachicardia, quanto sudore, quante notti insonni? C’è, però, anche un esame in cui siamo noi gli esaminatori e abbiamo noi il compito di fare domande ed esigere delle risposte. In base alle risposte potremo decidere se promuovere o bocciare.  Questo esame particolare avviene di solito ogni cinque anni, talvolta, come quest’anno , prima della normale scadenza. Chi avrà la bontà di leggere queste righe avrà capito che si tratta del momento delle elezioni. Adesso siamo noi quelli che fanno domande ed esigono risposte, quelli che stanno dall’altra parte della cattedra. E dovremmo essere esaminatori severi, non chiedere di trattare argomenti a piacere e non accettare raccomandazioni per essere benevoli verso i non meritevoli. Dal momento che a me interessa in maniera quasi esclusiva il buon funzionamento dell’ospedale e una buona qualità dell’assistenza sanitaria, e dal momento che il piano sanitario regionale  ha  ridotto l’ospedale al rango di ospedale di zona disagiata con tutti i disagi che esso comporta, non ultimo il declassamento delle unità operative, le vecchie divisioni per intenderci meglio, da unità operative complesse dirette da un primario a unità semplici nelle quali non ci sarà più un primario ma un dirigente responsabile, che non sono stati  chiusi reparti come la pediatria prevista dal piano regionale e  che non sono mai stati attivati reparti anch’essi presenti nel piano come la riabilitazione, che un reparto importantissimo come la chirurgia di fatto è chiuso, dovremmo esaminare i partiti politici e gli eletti nella nostra provincia soprattutto quelli di maggioranza che hanno di fatto scelto la politica sanitaria da attuare. Ognuno di noi dovrebbe chiedere ai partiti che hanno formato la maggioranza, attraverso i loro rappresentanti, chi ha redatto il piano sanitario regionale, come hanno votato, chi lo ha votato, se lo hanno letto e se hanno capito che degradare un ospedale in questa maniera non fosse il potenziamento che avevano promesso in campagna elettorale quando promettevano di difendere il territorio, di tenere al suo sviluppo, di impegnarsi per il benessere delle popolazioni, se tutto ciò fosse  la migliore soluzione per la nostra sanità! Dobbiamo chiederlo ai partiti e in particolare ad ognuno dei deputati regionali. Adesso siamo noi quelli che fanno domande ed esigono risposte, quelli che stanno dall’altra parte della cattedra. E dovremmo essere esaminatori severi, non chiedere di trattare argomenti a piacere e non accettare raccomandazioni per essere benevoli verso i non meritevoli. Onorevole X lei era in aula quando si prendevano decisioni che riguardavano il Vallone e l’ospedale? Come ha votato per il piano sanitario? Sapeva che l’ospedale veniva declassato e ridimensionato e che tutto ciò sarebbe stata l’anticamera della chiusura? Cosa ha fatto perché l’ospedale continuasse ad esistere come ospedale di zona?  E’ dove era quando è stata chiuso il punto nascita? E quando hanno chiuso la pediatria? E’ quando hanno chiuso per più di un anno la lungodegenza? E la chirurgia che non funziona? E l’assistenza territoriale che è stata mortificata? E i contratti stipulati per qualche mese così che nessun medico accetta di venire a lavorare a Mussomeli?  Queste sono le domande che dovremmo fare ai partiti politici che si ripresentano per amministrare la regione e ai candidati del collegio provinciale.  Così come dovremmo chiedere perché i rifiuti vengono trasportati in Olanda, perché le strade interne sono un colabrodo, perché continua a bruciare la Sicilia?  Ho sperato che di questi argomenti si potesse parlare in questa campagna elettorale, ma si fanno comizi nei quali parla uno solo, non dibattiti in cui intervengono in molti. Cerchiamo di non essere di memoria corta, sforziamoci di non essere tifosi ma cittadini coscienti.  E’ quello che vogliamo davvero o vogliamo svegliarci?    (Mario Difrancesco)

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