“E’ fondamentale, per non far finire il Paese nel baratro, intervenire non oggi, ma ieri, sui costi dell’energia!”. Così esordisce il Segretario Generale della Confelp (Confederazione Europea Lavoratori e Pensionati), Turi Orlando, che in un documento da sottoporre all’attenzione del Governo attuale, e a quello che si costituirà, secondo l’esito delle consultazioni del prossimo 25 settembre, sottolinea l’importanza vitale, in questo preciso momento storico, di intervenire drasticamente per limitare la corsa pazza dei prezzi dell’energia, che sta investendo, soprattutto negli ultimi mesi, il Nostro Paese e che si prospetta, per i mesi a venire, sempre più dura.
“Ad oggi stiamo già raccogliendo i primi frutti, amarissimi, del rincaro senza controllo dei costi dell’energia – continua Orlando – con migliaia di aziende, e quindi di Lavoratori, di Famiglie, di intere comunità, che stanno facendo i conti con l’insostenibilità economica a causa dell’incontrollato aumento dei costi delle energie, ma anche delle materie prime e dei costi di trasporto. Lo spettro della chiusura per mancanza di possibilità di far fronte alle bollette e ai fornitori sta piegando, piano piano, l’intero tessuto produttivo del Paese, creando disoccupazione, che andrà, ovviamente, a pesare oltre che sulle singole realtà che abbasseranno la saracinesca anche sui conti pubblici, vedendo impennare il numero dei soggetti che dovranno, necessariamente, far ricorso agli ammortizzatori sociali.”.
Infatti, le proiezioni di diversi istituti economici, prevedono pesantissime ripercussioni sui posti di lavoro, messi a dura prova dall’impossibilità delle aziende di produrre e vendere sul mercato in maniera competitiva rispetto ai diversi competitor europei e globali.
“Si è innescato un effetto domino – continua Antonio Valastro, Segretario Nazionale CONFELP – attraverso il quale, tra gli aumenti delle materie prime, delle energie, e l’aumento dei tassi dettato dalla BCE, l’economia nazionale sta seduta, senza rischio di creare alcun allarmismo, su una polveriera, per la quale è necessario, nell’immediato, non fare qualcosa, ma fare tutto il possibile per fermare la valanga!”.
Come Organizzazione siamo certi che questo debba essere, oggi, il tema più importante da affrontare in chiave nazionale, ma anche in chiave europea, in quanto non è sostenibile continuare così. A rischio oltre 400.000 posti di lavoro, che una volta saltati non potranno più, nel breve periodo, rientrare nel mercato del lavoro, creando così non solo povertà, ma instabilità sociale e incertezza nel futuro.
Servono piani straordinari, che con i fondi del PNRR e con una corretta salvaguardia delle imprese, è possibile mettere in piedi. Come parti sociali siamo pronti a essere presenti, come sempre, al fianco della collettività, formulando proposte e ascoltando i territori, per farCi portavoce delle esigenze, ma soprattutto delle idee di chi, ogni giorno, sta lottando contro questa strage silenziosa, che falcidia quotidianamente lavoratori e imprese.
Chiediamo quindi, al Governo in carica e a quello che a breve vedrà la luce, di fermare, in tutti i modi, questa escalation, per ridare speranza nel futuro alle imprese, e quindi ai Lavoratori, e di conseguenza al Paese tutto.