“I miei piu’ sentiti complimenti e ringraziamenti alla Guardia di finanza di Nicosia e alla Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta. Ancora una volta la criminalita’ perde e lo Stato vince. Avanti…”. Lo afferma, sull’operazione ‘Carta bianca’, Giuseppe Antoci, presidente onorario della Fondazione Caponnetto, che la notte fra il 17 e il 18 maggio del 2016, da presidente del Parco dei Nebrodi, subi’ un agguato mafioso a Cesaro’, nel Messinese, al quale sfuggi’ grazie all’auto blindata su cui viaggiava e all’intervento della polizia che rispose al fuoco. E’ proprio grazie alle linee guida del “Protocollo Antoci”, voluto dall’allora presidente divenuto legge dello Stato e votato in Parlamento il 27 settembre 2017, che “la famiglia criminale, a seguito di interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Catania e dopo aver subito la revoca dei contratti e la conseguente perdita delle erogazioni, ebbe la necessita’ di ricercare prestanomi da utilizzare per continuare ad ottenere i fondi comunitari”. “Ma, anche in questo caso – sottolinea Antoci -il tentativo di aggirare il Protocollo ha solamente generato la pronta risposta dello Stato”.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip presso il Tribunale di Caltanissetta.
Sequestrate somme di denaro, società e aziende per oltre 3 milioni di euro. I reati contestati sono di interposizione fittizia, truffa, falso, reimpiego di capitali illeciti.