Cronaca

Caltanissetta, disservizi nella sanità. Esposto di una cittadina: “esame salvavita che devo ma non riesco a prenotare”

“Oggi ho presentato un esposto alla caserma dei Carabinieri di Caltanissetta per chiedere alla procura di Caltanissetta di fare luce sui seguenti fatti” che hanno come protagonista l’Asp di Caltanissetta e il servizio di prenotazione di esami clinici. Inizia così il racconto di una cittadina nissena, Rita Capraro, che da oltre un anno e mezzo cerca di capire “quando” ma soprattutto “se” riuscirà a prenotare un esame da svolgere all’ospedale S.Elia di Caltanissetta o al Raimondi di San Cataldo.

” Essendo io una paziente che deve sottoporsi ogni tre anni ad un esame molto invasivo, la colonscopia, e dovendo fare questo esame entro il 2023 mi sono preoccupata di prenotare per tempo chiamando il CUP dell’ospedale San Elia di Caltanissetta – ha spiegato -. Ho iniziato a chiamare munita di ricetta medica l’anno 2021, poi ho successivamente chiamato durante il 2022 con scadenza quasi mensile sino a questa mattina 20/09/2022.La risposta e’ sempre stata “Se vuole possiamo prenotarla il prossimo anno a Gela o a Niscemi. L’ospedale Raimondi non fornisce l’agenda delle prenotazioni e l’ospedale Sant’Elia effettua le colon solo ai ricoverati. Orbene, giacche’ questo esame è molto invasivo e debilitante è inammissibile che un Nisseno sia costretto a fare un viaggio di ritorno da Gela e da Niscemi avendo ben due strutture che dovrebbero fornire il servizio.

Giacche’ questo esame è un salvavita, la prognosi di tumore al colon è molto spesso nefasta. Giacche’ da due anni ad oggi la risposta del CUP è sempre la stessa ho deciso che per tutelare la mia salute e anche quella di chi ha bisogno di fare esami diagnostici importanti, sia il caso che la Magistratura indaghi sui motivi che impediscono ai Nisseni di avere il diritto di curarsi e fare prevenzione a casa propria”. Un esame che può essere eseguito in studi privati con un costo che si aggira tra i 250 e i 300 euro.

La domanda che resta in sospeso è quella di capire perché un cittadino debba sentirsi costretto a pagare ciò che il servizio sanitario dovrebbe fornire gratuitamente? E cosa succederebbe se il paziente in questione non ha la possibilità di farai accompagnare fino a Niscemi o a Gela?”
La signora Capraro conclude il suo sfogo chiedendosi che fine abbiano fatto i politici locali o i sindacati poiché salvo qualche eccezione “non riescono a opporsi allo strapotere dei vertici ASP. Sono tutti silenti o quasi – ha concluso -. Fossero silenti solo sulla sanità già sarebbe un buon inizio su cui lavorare, il problema è che sono silenti sui grandi temi della città. Li sentiamo solo parlare di erbacce, di buche etc.., ma quando c’è da discutere su certi temi, si assentano o decidono di non decidere. Al momento sono tutti impegnati per la campagna elettorale chiedendo voti per se stessi o per amici. Ritengo che a questo punto sia necessario che noi cittadini ci organizziamo per chiedere che i nostri diritti non vengano più calpestati. La misura in tutti noi è colma. Rendiamoci conto che se non proviamo noi a dare una scossa al sistema, difficilmente le cose cambieranno almeno per noi, perchè loro hanno sempre le porte aperte ed i tappeti rossi al loro arrivo. Io ci sono e chi condivide il mio pensiero può contattarmi in privato per ragionare insieme e capire come agire”.

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