Si può fare di più per la città ed il territorio ?…Sicuramente si, è solo questione di volontà e capacità.
Si sente spesso parlare di rilancio del centro storico e della città in generale. Tutti i politici, specialmente in campagna elettorale, lo hanno ribadito. Lo risentiremo pronunciare con sempre più enfasi, ma tranquilli sono le solite parole di circostanza. Sono in arrivo tanti soldi, grazie al PNRR, ma ad oggi, tranne il Progetto Pilota, concluso dopo tantissimi anni, ed altri 9 alloggi in costruzione, di concreto poco o niente. Tanti progetti, tanti annunci e tanti proclami, ma la città forse un giorno diventerà bellissima, ma oggi sicuramente non lo è. Le idee o le iniziative ci sono, alcune sono valide altre meno. Bisognerebbe però guardare anche a quello che già abbiamo e cercare semmai di svilupparlo. Questo dovrebbe essere compito di chi, facendosi eleggere o nominare, si è assunto questo come compito e siccome di candidarsi non glielo ha prescritto il medico, come anche il farsi nominare, ma è stata una sua libera scelta, allora la onori e si impegni al massimo. Troppo spesso si guarda al futuro, con mega progetti, dimenticando o trascurando quello che già abbiamo e che potrebbe essere meglio sviluppato. Allora da semplice cittadino e con molta modestia, mi permetto di lanciare una mia idea, dopo quelle che lanciai nel 2017 sul “Mercatino in centro”, con doppio vantaggio a mio avviso, rivitalizzare il centro storico e dare ossigeno alle attività presenti, riabituando anche i nisseni a scendere in centro. “Caltanissetta, mercatino in piazza come rivitalizzatore del Centro Storico” – il Fatto Nisseno – Caltanissetta notizie, cronaca, attualità. Pur avendola ripubblicata diverse volte, penso che non è stata ritenuta valida, lo dimostra il fatto che mai nessuno mi ha chiamato per farselo quantomeno illustrare. Volendo comunque guardare sempre avanti e cercare di essere propositivi e non semplici “leoni/cani da tastiera” (cit,), mi è balenata un’altra idea che adesso vi espongo.
Abbiamo a Caltanissetta una grossa potenzialità di sviluppo, si chiama Consorzio Universitario.
Il “CONSORZIO PER L’ISTITUZIONE E LA GESTIONE DEI CORSI UNIVERSITARI A CALTANISSETTA”, nasce nel lontano 29 settembre 1991, successivamente il 16 novembre 2020 si trasforma, con l’approvazione del nuovo statuto, in “CONSORZIO UNIVERSITARIO DI CALTANISSETTA”. Cambia nome ma le finalità rimangono le stesse, cioè “Promuovere l’istituzione e l’attuazione di Corsi di Laurea, Corsi di Laurea Magistrale, Scuole di Specializzazione, Master di primo e secondo livello, Dottorati di Ricerca e Corsi di Alta Specializzazione, preferibilmente indirizzati alla valorizzazione dei territori di riferimento”; ed ancora “in accordo con quanto auspicato dalla Comunità Europea, promuovere la costante connessione tra il mondo accademico ed il territorio, in particolare favorendo la progressiva internazionalizzazione della città e dei corsi universitari da essa ospitati mediante l’attrazione di studenti e ricercatori anche stranieri”.
Caltanissetta potrebbe sfruttare la sua centralità, parola anch’essa tanto decantata dai nostri cari politici, e l’aspetto dell’internazionalizzazione, entrambe le potrebbero conferire un ruolo da protagonista nello scenario regionale e forse anche oltre. Visto che né in passato, ma neanche oggi, abbiamo avuto la “forza” di farci una nostra Università o di importarla da altri stati, cosa invece avvenuta nella vicina Enna, dove probabilmente i politici hanno avuto ed hanno i giusti attributi, ma soprattutto maggiori capacità e senso di appartenenza al territorio. Per cercare almeno di recuperare agli “orrori” commessi e non continuando a perseverare, bisognerebbe allargare gli orizzonti formativi attuali, favorendo accordi con altre Università italiane o straniere che hanno corsi di laurea che potrebbero risultare attrattivi per tanti studenti locali, regionale ed anche fuori regione, con un ulteriore vantaggio per gli studenti nisseni, quello di non dover emigrare in città, dalle quali spesso non fanno più ritorno. Mi vien da pensare a corsi di Laurea in Lingue e Culture Straniere, Lingue e culture e società dell’Asia e dell’Africa mediterranea, Hospitality Innovation and e-Tourism, Mediazione linguistica e culturale, Relazioni internazionali comparate, Studi Internazionale e Globalizzazion, Language and Management to China, Ingegneria delle energie rinnovabili, Conservazione e gestione dei beni e della attività culturali, Scienze e tecnologie dei beni culturali, Archeologia e tante altre ancora, come anche le tradizionali, Economia, Giurisprudenza, Farmacia etc..
Qualcuno obietterà dicendo, “dove mettiamo tutte queste facoltà e tutti questi studenti ?” Al momento il Consorzio ha tre, forse quattro corsi disponibili, grazie alla convenzione con l’Università degli Studi di Palermo. I corsi sono dislocati in vari plessi, che ultimamente stanno anche creando problemi logistici e malumori. Perchè allora, come ricordato dalla consigliera Petitto, non pensare al vecchio ospedale Vittorio Emanuele (9.000mq) che, nonostante la delibera regionale n.123 del 05/03/1991, il decreto del Presidente della Ragione Siciliana n.85/86 del 01/08/1991, che autorizzava l’utilizzazione dell’Ospedale Vitt. Emanuele quale sede per la Facoltà di Medicina, e la delibera del consiglio comunale n.81 del 11/0/1991, con la quale il Comune ha destinato l’ex ospedale, pertinenza comprese a Sede Universitaria, il tutto ristrutturato con soldi pubblici, 4/5 Miliardi delle vecchio conio, oggi rimane vuoto e solo una parte dell’edificio è occupato oggi dall’ASP.
Abbiamo però sentito parlare del progetto Reboot, progetto da 60Milioni ancora tutto da “scoprire” e che pare non abbia ad oggi avuto né conferme né finanziamento.
Cortesemente chi di competenza può spiegarci il perchè si cercano nuove strade, difficilmente percorribili, quando la soluzione è a portata di mano ?
Portare le Facoltà al Vittorio Emanuele, consentirebbe di creare un piccola, si fa per dire, Cittadella Universitaria, grazie anche alla vicinanza della Villa Amedeo ed ai campi da tennis, per non parlare della facilità di parcheggio in tutto il Viale Regina Margherita. Non mancherebbero di certo neanche gli alloggi per gli studenti provenienti da fuori sede, in primis la Casa dello Studente, le tante case sfitte e i B&B; insomma le strutture ricettizie non mancano e potrebbe anche servire per dare la spinta alla vendita delle case ad un euro. Incrementare i corsi avrebbe anche un enorme ritorno economico per tutta la città, dagli artigiani ai commercianti più piccoli fino alla ristorazione, che potrebbero fare dei menù fissi proprio per studenti. Inoltre molti insegnanti potrebbero trovare un’alternativa al classico insegnamento, insomma tante nuove opportunità e guadagni per tutti. Ma cosa manca ? Manca innanzitutto la volontà politica, con annesso coraggio e con la volontà di andare oltre e non fossilizzarsi al solo accordo con l’Università palermitana, ma avere una visione più ampia e cercare di convenzionarsi con chi offre corsi diversi, più moderni e specialistici.
Tra i vari soci del Consorzio Universitario, oltre al Comune, alla Camera di Commercio e al Libero Consorzio, ex provincia, ci sono anche l’ASP ed il Cefpas, che potrebbero intensificare la loro attività, oltre a quello che già fanno sotto l’aspetto sanitario. Il Cefpas ad esempio, potrebbe essere un valido supporto per la formazione universitaria, nelle varie specializzazioni, organizzando corsi, convegni e tutto ciò che sia di supporto e propedeutico ai vari nuovi corsi.
Se questa idea venisse sviluppata e messa in pratica, allora potremmo anche alzare il tiro e chiedere, stavolta con molte più frecce all’arco, il Policlinico e pretendere che l’Ospedale diventi veramente un DEA di II° Livello, oggi solo sulla carta, facendolo diventare punto di riferimento sanitario PUBBLICO dell’intero territorio.
A questo punto sorgono spontanee due domande.
Cosa impedisce tutto ciò, c’è questa volontà ?
Beh, tutti sappiamo il ruolo della politica su ciò che si deve o non si deve fare in quel territorio piuttosto che in un altro.
Molti di noi rimangono spesso delusi o basiti davanti a certe scelte che di logico, alcune volte, hanno ben poco e che al contrario sembrano fare di tutto per distruggere anziché costruire.
La verità è che i nostri politici dovrebbero maggiormente guardare al territorio che rappresentano e subire meno le scelte calate dall’alto, che spesso vanno addirittura contro i nostri stessi interessi, che dovrebbero essere anche i loro. Purtroppo però alcuni pur di mantenere l’incarico ricevuto, per far carriera o per mantenersi cari i padrini o le madrine che li fanno eleggere ad ogni consultazione, diventano meri esecutori e “barattano” spesso i nostri interessi.
Adesso andremo incontro a due campagne elettorali e son sicuro che i nostri politici non mancheranno di usare il tema rilancio della città e del territorio, il tutto spero non sarà l’ennesima propaganda. “Dobbiamo abituarci a pensare al politico come a un nostro dipendente. Un dipendente che fallisce tutti i suoi obiettivi è licenziato dal datore di lavoro. Noi siamo i datori di lavoro.” (Gianroberto Casaleggio)
Speriamo che chi di competenza o che già ricopre questo ruolo, prenda veramente e seriamente coscienza che questa città sta avviandosi al punto di non ritorno e quindi serve attivarsi ed impegnarsi più di quanto lo si sia fatto sino ad oggi…la cittadinanza tutta non potrebbe che essergliene riconoscente. Allora visto che le idee ci sono, vanno ascoltate e valutate nella loro fattibilità. Io ci riprovo e rimango a disposizione. Spero non si dica che chi non ci mette la faccia candidandosi non può parlare. Signori, ognuno con il suo ruolo, il mio è quello di cittadino che stimola o, per qualcuno rompe, il vostro è quello di essere utili al territorio e di mantenere le promesse fatte quando vi siete presentati alla città.
Ad Maiora
Si può fare di più per Caltanissetta ed il suo territorio, questione di volontà e capacità
Gio, 18/08/2022 - 13:24
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