Non si vedono, se non in foto. Alcuni twittano. Altri latitano pure dai social, ma è il puzzle delle candidature nei collegi ad agitare le acque, soprattutto nel Pd alle prese con le new entry dettate dalle recenti alleanze e gli esclusi, inevitabilmente più numerosi a causa del taglio dei parlamentari che incombe. E’ lo strano Ferragosto dei leader politici italiani, condizionati per la prima volta dal conto alla rovescia per il voto del 25 settembre. A tenere i conti dei giorni mancanti è Matteo Salvini con un lapidario “-41” e lo slogan della sua campagna elettorale, “Credo,” aggiunto a ogni tweet. Per il leader della Lega, il battage procede sui social e sui temi più sentiti. Dalla flat tax – promessa anche a dipendenti e pensionati – agli sbarchi di migranti. Auguri di Ferragosto con la foto di un abbraccio alla figlia, sul divano, per Giorgia Meloni, mentre Silvio Berlusconi sceglie uno scatto a tavola con la compagna Marta Fascina. Enrico Letta è impegnato su una Direzione notturna dopo due rinvii nella giornata: prevista inzialmente alle 11, rinviata alle 15 e infine alle 20. La riunione risente della competizione sui ‘posti’ da spartirsi. Il Nazareno tranquillizza: “Nessuna tensione, ma solo fisiologiche discussioni. Siamo un partito”. Del resto, per la deadline del 22 agosto manca ancora un po’. Ma le prime voci che circolano non piacciono a tutti. Tra le opzioni plausibili, la corsa di Letta a Vicenza per insidiare la Lega nel suo storico feudo, e quelle di Roberto Speranza di Leu e Nicola Fratoianni di Sinistra italiana in Toscana. Ma è sui possibili esclusi che il clima si surriscalda. I cattolici democratici non lo nascondono di fronte alla probabile assenza del costituzionalista Stefano Ceccanti. “Stupisce che le competenze di Ceccanti non siano riconosciute e valorizzate dal Pd – confessa il gesuita e politologo Francesco Occhetta -, così si mette a rischio anche il voto del cattolicesimo democratico e riformista”.