Probabilmente, è una notizia che il mondo non s’aspettava. La Villa Ludovisi, conosciuta anche per il Casino Aurora, sarà presto messa nuovamente all’asta. Per gli italiani (per i romani, soprattutto) s’è trattato di un fulmine a ciel sereno. Tornata sulla bocca di tutti dopo il ritrovamento di un dipinto del Caravaggio la cui stima s’aggirava attorno ai quattrocento milioni, ora il noto edificio s’appresta a essere battuto per una cifra astronomica, sì, ma inferiore rispetto alle prededenti. Anticipiamo che il compratore dovrà farsi carico anche d’eventuali restauri, così permettendo alla costruzione di risplendere come un tempo. È comunque un edifico storico, e anche piuttosto noto, quindi non sarebbe impossibile ottenere una parte dell’importo speso per il suo acquisto. A lungo andare, sarà quasi assicurato ottenere un cospicuo guadagno, o almeno, è così che noi crediamo. A prescindere da questo, andiamo a dare un’occhiata ai particolari che si nascondono dietro una notizia tanto interessante.
Ebbene sì, l’eresia è stata compiuta: il casino Ludovisi, durante la prima asta del mese di gennaio del 2022, non ha ricevuto offerta alcuna dai compratori. Soffermiamoci per un attimo sulle ragioni per le quali non è stata effettuata alcuna offerta durante l’asta del 17 gennaio. La somma di partenza per l’acquisto dell’immobile in vendita era di 471 milioni di euro, valore stimato tenendo in conto anche l’unico affresco realizzato dal Caravaggio: “Camerino di Giove, Nettuno e Plutone o gabinetto alchemico”. Forse sarà così, forse meno, ma è lecito presupporre che sia stato proprio l’opera a far lievitare il costo della struttura, quantunque s’ostenti all’osservatore come un edificio estremamente curato e ispirante una classe assai difficile da eguagliare. Fino al 2018, Villa Aurora è appartenuta a don Nicolò Boncompagni Ludovisi, anno in cui è tristemente venuto a mancare. Gli eredi non hanno trovato un accordo riguardo il futuro della struttura ed è così che la stessa, assieme al suo splendido giardino e ai quasi 3000 metri quadrati, sono finiti all’asta per una cifra esorbitante. Le condizioni della villa sono ovviamente ottime e sarebbe un peccato se non avesse un proprietario che s’occupasse stabilmente della sua manutenzione.
Si tratta di
una domanda alla quale, per ora, potremmo non associare risposta (ma per averne
una maggiormente dettagliata, invitiamo a leggere l’articolo fino in fondo).
L’asta tenutasi il ventidue aprile di quest’anno attraverso la stessa modalità
della prima, dunque “telematica senza incanto” non ha portato a nessun’offerta,
benché il prezzo iniziale di 471 milioni sia stato ribassato del 20%, finendo
quindi a 376.800 milioni, che ad ogni modo non erano pochissimi. Bisogna sapere
che i beni tenuti in custodia dal principe venivano resi accessibili al
pubblico dallo stesso proprietario mediante delle visite guidate. Ovviamente,
un nuovo proprietario potrebbe riattivarle, poiché gli eredi, non avendo
trovato un accordo con la vedova, non hanno concesso l’autorizzazione giusta.
Il trenta giugno s’è tenuta una nuova asta e la cifra è stata ulteriormente
diminuita del 20%, giungendo così a una somma (ancora astronomica per molti) di
221 milioni di euro. Insomma, una cifra che neppur coll’ausilio del casinò non aams skrill sarebbe facile ottenere! S’è da subito pensato alla potenza dello Stato
italiano, il quale avrebbe potuto acquistare il bene e renderlo accessibile al
pubblico attraverso le visite guidate che un tempo venivano effettuate.
L’unico affresco dello storico artista (ha dipinto pagine di storia, c’è poco da dire) non è l’unica meraviglia che colorisce di soave e di etereo gli interni dell’antica villa pre unitaria. Difatti, se potessimo entrarci, ci troveremmo faccia a faccia con le tante sale affrescate dal Guercino, come la stanza degli Amorini e sala dell’Aurora (per citarne soltanto alcune). È pur vero che l’opera del Caravaggio resta un pezzo d’arte da ammirare e riammirare fino allo sfinimento, ma non potremmo mai dimenticare le numerose opere tra sculture, statue e colonne, senza escludere gli stucchi, tutelate secondo la legislatura italiana. Persino la storia ha un suo grande “perché”. Nel 1600, fu Papa Gregorio XV, ovvero Alessandro Ludovisi, a commissionare l’affresco della sala dell’Aurora all’allora noto Guercino. La sala, successivamente, avrebbe dato il nome al casino. Un po’ come Rabona casinò Non AAMS, il quale pare essere ispirato all’autentica skill di calcio!
Insomma, la villa Ludovisi vanta un gran numero di opere d’arte che il mondo e i cittadini italiani meritano di vedere. Chissà se un giorno potranno essere visionate dai turisti di tutto il globo. La speranza è sempre l’ultima a morire!
Come già accennato, la storia che ha portato il casino a ottenere il citato nome, risale a un periodo piuttosto antico, sebbene non così tanto da essere considerato remoto. L’allora papa Gregorio XV, invero Alessandro Ludovisi, commissionò al Guercino un particolare affresco, quest’ultimo rappresentante allegoricamente la dea Aurora occupata a guidare un carro dorato e trainato da due splendidi cavalli, mentre un cherubino l’incoronava con una ghirlanda di fiori. Probabilmente, Ludovisi scelse il tema per competere con i Borghese, nobile famiglia, la quale sette anni prima aveva commissionato a Guido Reni un affresco raffigurante la stessa dea che abbelliva la loro residenza al Quirinale dell’epoca. Le persone d’un certo livello sociale si sfidavano a suon di sfarzosità. L’arte era considerata la disciplina perfetta per ostentar la propria ricchezza e il proprio status sociale. Si può dire che i tempi siano cambiati, ma certe abitudini, forse, non sono mai andate incontro a un cambiamento. Persino oggi, sculture e quadri sono sinonimo di rango agiato e di dimostrazione lussuosa. Beh, finché ce lo si può permettere, che male c’è? L’importante è non far del male a nessuno.
Il casino di villa Boncompagni Ludovisi, o casino Aurora, o Villa Ludovisi, non è purtroppo stato acquistato malgrado sia stato messo in vendita tre volte. Infatti, anche all’ultima asta del 30 giugno, l’aula dedicata all’evento non è stata colmata, anzi… Per la precisione, s’è palesata tristemente deserta. Il casino del piano nobile resta pur sempre meraviglioso e con esso l’intera struttura che oggi custodisce meravigliose opere d’arte che turisti e locali meritano di ammirare ancora. Sfortunatamente, nessuno sa quanto tempo ci vorrà al fine di poter visitare ancora il magnifico edificio di cui ora il ricordo s’allontana sempre più. Che sia un magnate, un imprenditore, poco importa: siamo sicuri che al prezzo appropriato, magari ancor più basso dell’ultimo battuto, qualcuno possa davvero acquistare la meravigliosa villa e permettere al mondo di goderne ancora. Come abbiamo già affermato, la speranza è l’ultima a morire! Ci auspichiamo di veder presto la grandiosa Villa Ludovisi affollata e ammirata, perché non è giusto che resti spoglia dei suoi ammiratori.