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Il lato oscuro delle corse

Quali sono gli animali che più di ogni altro vengono impiegati per le corse? Ovviamente si tratta dei cani e dei cavalli che, oltre ad essere tra le creature più belle e significative del regno animale, sono anche i soggetti “più a rischio”. Non per niente il lato oscuro delle corse dei cani e dei cavalli ormai è un tema venuto alla luce! Ma andiamo a capire in breve come queste due categorie di animali a quattro zampe sono fra i più amati e bistrattati allo stesso tempo.

Prima di partire, forse i meno “addetti ai lavori”, si staranno chiedendo perché mai tali animali sono tra i più impiegati per le corse e la risposta è la più “facile” che si possa immaginare. Oltre a trattarsi di alcune delle creature domestiche più veloci di sempre, cani e cavalli sono sempre stati oggetto di scommessa e gioco sin da quando esiste l’uomo.

Basti vedere eventi come la tradizionale caccia alla volpe inglese (dove compaiono entrambi), il ben noto Palio di Siena (cavalli) e manifestazioni analoghe, le mostre di bellezza (anche qui compaiono entrambe le categorie), le gare di abilità (agility nel caso dei cani) e via discorrendo.

I cani, come (non) si tratta il miglior amico dell’uomo

Tra le razze canine più utilizzate per le corse vi sono dunque i levrieri, in particolar modo in Portogallo ed Irlanda, che nonostante il loro portamento e la loro eleganza, se non vincono più vengono abbandonati per strada senza alcun ritegno.

Questo accade dopo circa 5 anni, a volte anche prima, ma il vero problema, stando a quanto dichiarato da Cristina Gonçalo di Katefriends, è un altro. Non sono cani abituati a giocare o a ricevere affetto, eseguono semplicemente gli ordini come dei soldati e sono costantemente spaventati. Inoltre, risalire al proprietario del cane è molto più difficile di quello che si possa pensare dal momento che a molti levrieri, poco prima dell’abbandono, viene rimosso a sangue freddo il microchip subcutaneo e ai cani che vengono registrati con il tatuaggio, viene asportata la parte interessata”.

I cavalli, quando si dice “carne da macello”

Quando si parla delle corse, e dell’allevamento, di cavalli, uno dei primi Paesi al mondo sono certamente gli Stati Uniti d’America, ma non è tutto oro, o stelle e strisce, quello che luccica nel sole degli ippodromi.

Pare infatti che negli USA la pratica di allevamento, al pari degli incroci per ottenere degli esemplari sempre più forti e competitivi, sia ben poco controllata e questo porta ad uno sfruttamento incredibile degli equini.

Se il cavallo continua a vincere va tutto bene e può campare per anni mentre, se continua a perdere o peggio ancora se è meno veloce, allora la sua strada è il macello. Macello che, negli States, viene eseguito nei territori canadesi o messicani poiché la macellazione dei cavalli sul suolo americano è vietata.

Stando alle stime, più del 90% dei cavalli mandati al macello sono ancora sani, ma non rispettano più gli standard delle corse e la situazione non è certo migliore nella cara vecchia Inghilterra. Lì infatti stanno crescendo a dismisura i cavalli destinati alle corse e, di conseguenza, al macello tanto che oggi sono circa 20.000!

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