L’associazione Ligabue di Caltanissetta ha scritto una lettera aperta all’ASP locale indirizzandola al Direttore Generale Alessandro Caltagirone e alla Direttrice Sanitaria Marcella Santino rispondendo pubblicamente alla querela per diffamazione avanzata dall’azienda sanitaria Locale.
A seguire il testo integrale della lettera firmata dal Presidente e dal segretario dell’Associazione Ligabue, rispettivamente Salvatore Pecoraro (nella foto) e Claudio Lombardo, nella quale ribadiscono le criticità del Dipartimento di Salute Mentale della Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta già sottolineate ai mittenti tramite PEC nel settembre del 2020.
“Illustrissimo Direttore Generale ASP Caltanissetta dottor Alessandro Caltagirone ed illustrissima Direttrice Sanitaria dottoressa Marcella Santino apprendiamo con vero piacere che, dopo lunga attesa, avete finalmente deciso di avviare un confronto con l’Associazione Ligabue, da noi rappresentata.
Lunghissima attesa perché avevamo inviato a mezzo PEC nel mese di settembre del 2020 (il giorno 20 per la precisione) una richiesta di incontro per un sereno confronto sulle criticità del Dipartimento Salute Mentale, per provare ad individuare possibili soluzioni per superarle, offrendo il nostro contributo.
Certo le modalità con cui avete deciso di farlo ci lasciano un po’ perplessi ma per nulla preoccupati: avete infatti deciso di querelarci per diffamazione a mezzo stampa a seguito di un nostro comunicato del mese di ottobre 2020 in cui, oltre a lamentarci di non aver ricevuto alcuna risposta alla nostra richiesta di incontro, evidenziavamo con dovizia di numeri tutte le criticità e le carenze di personale del Dipartimento di Salute Mentale della Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta.
Intendiamo rassicurarvi illustrissimi Direttori: non mancheremo di ribadire punto per punto le nostre osservazioni e critiche sulle inefficienze e scarsità dei servizi offerti dal DSM.
La vostra denuncia si fonda sul presupposto che denunciare pubblicamente inefficienze e ritardi, che affermare l’incapacità ad assicurare ai cittadini servizi efficienti, tempestivi e diffusi rappresenti una diffamazione direttamente rivolta alle persone e non alla funzione che queste stesse ricoprono a seguito di un preciso mandato istituzionale.
La nostra denuncia pubblica si somma alle tante di chi, in questi anni, ha denunciato altre criticità, disservizi, ritardi nel governo, nella programmazione, nella erogazione di servizi sanitari di ogni natura (dalle liste di attesa interminabili nelle prestazioni diagnostiche ed ambulatoriali, lo smantellamento di interi reparti e presidi ospedalieri fino alla “traballante” gestione della emergenza pandemica).
La vostra denuncia non ci impensierisce e, semmai, mostra come il “Re è nudo”, un re che sceglie la strada dell’arroccamento, della strisciante intimidazione, del non confronto o dialogo. Sarà la magistratura a stabilire se le nostre, e le tantissime denunce pubbliche di associazioni, consiglieri comunali, sindacati e semplici cittadini, sono diffamazione o specchi di una evidente verità.
Dimenticavamo: a denunciarci in solido con il Dottor Caltagirone e la Dottoressa Santino è anche un certo Genovese Pietro da noi mai citato, questa lettera è anche a lui rivolta, non vorremmo si sentisse escluso”.