Archiviate le amministrative in SICILIA lo sguardo è già puntato alle regionali d’autunno. “Siamo a lavoro per preparare le liste per il rinnovo dell’Ars. Saranno formate da candidati tutti nuovi e che non hanno mai ricoperto ruoli di parlamentari e di assessori”, dice all’Adnkronos l’ex governatore siciliano, Totò Cuffaro, che dall’appuntamento elettorale di domenica scorsa a Palermo ha già incassato un risultato importante: soglia di sbarramento superata e ingresso della Dc nuova, la sua creatura, a Sala delle Lapidi con tre consiglieri comunali. La corsa a Palazzo d’Orleans, però, appare in salita per il centrodestra alle prese con una difficile sintesi sul nome del candidato governatore e con il braccio di ferro tra l’uscente Nello Musumeci che rivendica un bis e il suo eterno ‘rivale’ Gianfranco Micciché, leader di Forza Italia e tra i più fermi oppositori alla sua ricandidatura. “Da democristiani ci impegneremo per mettere insieme tutte le anime della coalizione e ci sforzeremo ancora una volta, come abbiamo fatto per il candidato sindaco di Palermo, di farli ragionare perché si ritrovino le ragioni dell’unità piuttosto che quelle che portano a dividersi”. Per Cuffaro, infatti, è necessario “scegliere insieme una candidatura senza pregiudizi né da parte di chi, essendo presidente, ha il giusto diritto di volersi ricandidare, né da parte di chi, non volendolo, ha il diritto di proporre un nome diverso. Quello che occorre tenere in mente, però, è che si vince se uniti”.
E la Dc nuova ha già un identikit per un futuro candidato alla Presidenza della Regione? “Quando ci siederemo a un tavolo per ragionare insieme faremo anche noi la nostra proposta: noi lavoreremo perché possa esserci un candidato donna. La SICILIA è pronta. In ogni caso, al di là dei nomi, dovrà essere una candidatura condivisa da tutti e se a unire fosse il nome di Musumeci non disdegneremo di stare con lui. Non abbiamo la pretesa di scegliere da soli, ma di farlo insieme agli alleati”. Ma, avverte Cuffaro, per trovare la giusta sintesi occorre “sedersi e ragionare piuttosto che scrivere”. Lo insegna il dossier Palermo. “Quando la scelta del candidato era stata affidata ai comunicati stampa avevamo 3-4 nomi nel centrodestra. E’ bastato sederci e ragionare insieme per trovare la sintesi e il candidato vincente. Si vuole ricommettere lo stesso errore, cominciando a scrivere documenti e a parlare per comunicati a stampa?”.