Primopiano

M5S: Grillo a Roma vede Conte e stoppa deroghe ai due mandati, nelle prossime ore il futuro di Cancelleri per le primarie in Sicilia

Il limite dei due mandati per i parlamentari non si tocca. E neppure il Governo Draghi, che “continuiamo a sostenere”. Beppe Grillo sbarca a Roma e mette subito in chiaro qual è la sua posizione su due temi controversi che agitano il Movimento 5 Stelle da diversi giorni.Il garante del partito arriva in mattinata all’hotel Forum – sua tradizionale dimora romana – e subito riceve la visita del presidente M5S Giuseppe Conte. L’obiettivo annunciato del fondatore dei Cinque stelle – come anticipato da LaPresse – era proprio fare squadra con Conte e condividere con lui i prossimi passi per rilanciare il Movimento. I due si trattengono insieme per oltre tre ore. Poi l’ex premier lascia l’albergo da un’uscita secondaria evitando cronisti e telecamere. Che invece poco dopo intercettano Grillo mentre sale a bordo di un taxi. Concederà una deroga al limite dei due mandati?, gli chiedono. E il comico genovese risponde a suo modo, con una battuta: “Con la cravatta”.Sempre a suo modo – a quanto viene raccontato dai presenti – apre poi la girandola di incontri con i parlamentari, suddivisi per commissioni di appartenenza: “Abbracciatemi”, avrebbe esordito il fondatore del Movimento, rivolto ai partecipanti, invitati a lasciare i telefoni cellulari in un’urna per evitare “distrazioni” e fughe di notizie.

“Abbiamo parlato sedendoci tutti in cerchio”, racconta uno dei parlamentari, ai quali Grillo avrebbe assicura che sarà sempre più operativo sulla comunicazione, avrà un maggior ruolo e verrà più spesso a Roma, e che il suo blog è “a disposizione per comunicare meglio i vostri temi”.Poi arrivano le ‘bombe’ che tutti aspettano: “Nessuna deroga al limite dei due mandati”, avrebbe detto il garante M5S, garantendo che “se ci credete dovete farlo fino in fondo, e io non abbandono nessuno”. Parole che vengono lette – a quanto si apprende – come la possibilità di recuperare l’esperienza di chi è già al secondo mandato in altri ruoli interni alla nuova organizzazione del Movimento. Ma lo stop di Grillo è destinato ad agitare ancora gli animi tra i cinque stelle. L’ipotesi su cui si stava ragionando ai vertici era infatti quella di un ‘lodo Cancelleri‘: far votare subito gli iscritti sull’ipotesi di consentire specifiche e limitate deroghe al vincolo; deroghe che avrebbero per esempio consentito al sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, già al secondo mandato, di candidarsi in tempo utile alle primarie per la scelta del candidato governatore del centrosinistra in Sicilia. Altro nodo da scogliere riguarda il governo Draghi, e il pressing che Conte sta subendo da diversi eletti per uscirne. Anche su questo Grillo sarebbe stato netto: il Movimento 5 Stelle manterrà l’impegno con il governo Draghi e “continuerà a sostenere l’esecutivo”. Il termovalorizzatore di Roma non sarà dunque un pretesto per rompere, né le difficoltà sul superbonus (su cui in serata è prevista una riunione di maggioranza) o gli attacchi al reddito di cittadinanza. Tutti temi che i parlamentari evidenziano per chiedere un maggior ascolto da parte del Governo. Pochi cenni al grande ex Luigi Di Maio, “nessun rancore per chi se n’è andato” si sarebbe limitato a dire il fondatore dei cinque stelle. Ma è invece lo stesso ministro degli Esteri, oggi leader di Insieme per il futuro, ad attaccare: “Agli italiani non interessa nulla del dibattito sui due mandati, soprattutto quando si trovano a pagare le bollette di energia e gas”, afferma, aggiungendo: “Ci sono forze politiche che vogliono picconare il governo e poi pagano un prezzo alle elezioni: perde chi causa instabilità” e “i cittadini hanno premiato chi sostiene lealmente il governo”, perché “il monito che non si può continuare a destabilizzarlo. Bisogna tifare per l’Italia, non contro”.

La deroga sul doppio mandato lui, Beppe Grillo, non l’avrebbe mai voluta: perché è una regola aurea del Movimento, potenziale pietra tombale sulla creatura creata con Gianroberto Casaleggio. Fino a sabato scorso, racconta chi lo ha sentito in questi giorni, nessuno spiraglio dal garante e fondatore -che invitava anche a ‘sistemare’ gli ‘scaduti’ con contratti ad hoc nella scuola di formazione M5S- poi, una telefonata dopo l’altra, qualche spiraglio nella giornata di domenica sembrava essersi aperto, su una ‘micro deroga’ -pensata dai vertici pentastellati- che salvasse meno del 10% degli eletti con due mandati alle spalle, fissata per l’esattezza al 5%, raccontano alcuni beninformati all’Adnkronos. Così da salvare una piccola pattuglia di fedelissimi, Roberto Fico e Paola Taverna, passando da Vito Crimi e Alfonso Bonafede, i nomi più gettonati per il ‘salvataggio’. Ma i dubbi di Grillo non erano ancora del tutto fugati, e dover correre contro il tempo per le primarie in Sicilia a favore di Giancarlo Cancelleri – visto con fumo negli occhi dal fondatore del Movimento – non gli andava a genio nemmeno un po’. Complice l’ondata di messaggi di peones e parlamentari esclusi dal potenziale ‘cerchio magico’ di favoriti, Grillo sarebbe tornato alla sua convinzione iniziale: nessuna deroga, la regola dei due mandati non si tocca. E oggi lo ha detto forte e chiaro nella riunione con i parlamentari M5S, nonostante ambienti vicino a Conte sostenessero, subito dopo il faccia a faccia tra i due, che la decisione su un’eventuale deroga sarebbe stata assunta solo dopo il confronto tra gli eletti e il garante, tornando sul tavolo dell’ex premier e Grillo. Grillo invece è parso non volerne discutere: d’altronde il garante è lui ed è chiamato a vigilare sulle regole. Tanto più su quello che ha etichettato come un “principio fondante” del Movimento. “Bene così – dice un eletto al secondo giro in Parlamento subito dopo la riunione con Grillo – se avesse aperto alla micro deroga mi sarei fatto esplodere. E’ giusto muoia Sansone con tutti i filistei, almeno questo…”.

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