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In Sicilia alle urne per 120 Sindaci, riflettori su Palermo e Messina

Redazione

In Sicilia alle urne per 120 Sindaci, riflettori su Palermo e Messina

Sab, 11/06/2022 - 09:02

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Sono 120 i Comuni della Sicilia chiamati alle urne per il rinnovo delle amministrazioni e la scelta del nuovo sindaco. Con il sistema maggioritario si vota in 107 comuni, mentre il proporzionale ne interesserà 13. La popolazione chiamata al voto è di 1.710.451 cittadini. Le sfide più importanti sono quelle di Palermo e Messina, due delle tre città metropolitane dell’Isola. Nel capoluogo siciliano si tratterà della vera e propria fine di un’epoca, con la chiusura della quinta amministrazione targata Leoluca Orlando. Eletto la prima volta nel 1985, Orlando ha attraversato da protagonista gli ultimi 4 decenni di storia della città, e pur nelle difficoltà gestionali degli ultimi anni in particolare, raccogliere la sua eredità non sarà semplice.

A contendersi la poltrona di primo cittadino di Palermo sono sei candidati. Franco Miceli, in quota centrosinistra, e sostenuto dalla coalizione Partito Democratico-Movimento 5 Stelle alla quale si aggiungono Sinistra Civica Ecologista e la lista civica Progetto Palermo. Ex presidente nazionale dell’Ordine degli architetti, Miceli è stato leader palermitano del Partito Comunista nel 1990, ed assessore nella giunta della “primavera” orlandiana. Contro di lui è il candidato di centrodestra Roberto Lagalla, ex rettore dell’Università di Palermo ed ex assessore regionale alla Formazione nel governo Musumeci. Lagalla, vicino all’Udc, è stato scelto al termine di un lungo dibattito interno al centrodestra, concluso con la convergenza su di lui dopo l’uscita di scena di altri tre candidati d’area. Riprova la scalata alla poltrona più alta di Palazzo delle Aquile Fabrizio Ferrandelli, sostenuto da Azione e +Europa. Per Ferrandelli, che può contare anche sul supporto di Assoimpresa Palermo si tratta del terzo tentativo di diventare sindaco.

Il parterre di aspiranti sindaci vede poi candidata l’ex direttrice del carcere Ucciardone Rita Barbera, con una lista che porta il suo nome e con Potere al Popolo. La competizione elettorale poi vede in corsa l’eurodeputata “no vax” Francesca Donato, supportata dalla lista Rinascita Palermo, e infine il presidente di Siciliani liberi Ciro Lomonte al suo secondo tentativo di diventare sindaco.

Anche sull’altro versante della costa tirrenica siciliana, a Messina, la sfida vede la partecipazione di sei aspiranti sindaci. Il centrodestra correre diviso. La Lega sostiene infatti la candidatura di Federico Basile, ex direttore generale del Comune proposto dal sindaco uscente Cateno De Luca già lanciato verso le elezioni regionali di novembre, mentre gli altri partiti della coalizione hanno scelto di puntare su Maurizio Croce, ex assessore al Territorio e Ambiente nella giunta guidata da Rosario Crocetta, negli ultimi anni ha svolto il ruolo di soggetto attuatore delegato dell’Ufficio del commissario straordinario per il rischio idrogeologico. Il centrosinistra punta invece su Franco De Domenico, segretario peloritano del Pd già deputato regionale dem dal 2017 al 2020.

Il bibliotecario attivista 61enne Luigi Sturniolo poi, è candidato per Messina in Comune. Al suo fianco può contare sul supporto di Rifondazione Comunista, Pci, Potere al Popolo e al movimento regionale Antudo ma anche il mondo civico con una serie di movimenti, compreso Azione Civile dell’ex magistrato Antonio Ingroia. A chiudere il gruppo è Salvatore Totaro, cardiologo “no vax” 63enne, era stato sospeso dal suo Ordine per “inadempimento dell’obbligo vaccinale”.

A sostenerlo è il movimento messo in piedi dall’ex consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello che negli ultimi mesi ha guidato le proteste “no green pass” in tutta Italia. Complessivamente i consiglieri comunali da eleggere sull’isola sono 1.520 e le sezioni elettorali che saranno costituite sono 1.747. Si voterà nella sola giornata di domenica, dalle 7 alle 23 e lo scrutinio avrà inizio subito dopo la chiusura delle operazioni di voto, successivamente allo spoglio delle schede della consultazione referendaria. Ogni elettore potrà dare fino a due preferenze per i candidati al consiglio comunale, purché si rispetti la preferenza di genere: se si vogliono votare due consiglieri dovranno essere un uomo ed una donna.

È prevista la possibilità del voto disgiunto, si potrà quindi votare il candidato o i candidati al consiglio comunale di una lista, ed il candidato sindaco di un’altra lista. Se non si esprime alcuna preferenza per il candidato sindaco, il voto andrà automaticamente anche al candidato sindaco della lista nella quale si vota il candidato o i candidati al consiglio comunale