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Caltanissetta, San Michele a quasi 400 anni dalla prima apparizione. Perché non deporrre una lapide?

Una leggenda narra che nel 1625 San Michele Arcangelo scese dal cielo per arrivare a Caltanissetta e bloccare l’ingresso in città di un appestato. Questo gesto impedì che l’epidemia si diffondesse salvando i suoi abitanti.

I cittadini e i devoti, grati, scelsero di elevare l’Arcangelo a patrono della città di Caltanissetta andando addirittura a soppiantare la prima patrona designata, cioè la Madonna (alla quale era stata dedicata la cattedrale missena).

“Perché a quasi 400 anni dalla prima apparizione però non esistono informazioni certe sul luogo dell’apparizione nè lapidi commemorative?”

A porsi la domanda è un cittadino nisseno, Giuliano Gattei, che a riguardo è andato alla ricerca di fonti autorevoli.

“Ho sempre trovato indicazioni vaghe, ma un libretto di preghiere del 1910 dal titolo CORONELLA dice esattamente dove San Michele è apparso: impedì ad un appestato di entrare in città dalla Porta dei cappuccini, e spiega che “detta porta fu diroccata nel 1822 per edificarvi nello STESSO POSTO la porta di ingresso della Real villa Isabella Borbone oggi villa Amedeo Savoia!

Tanti credono sia apparso alla chiesetta di via Sallemi-CL attuale sede dei Cappuccini, edificata invece dove trovarono l’appestato morto. Allora nel 2025, per i 400 anni dalla apparizione chiedo cortesemente a Comune, Diocesi, Provincia di Caltanissetta che lo hanno come protettore, di porre una lapide o meglio di intestargli la villa, e gemellarsi con Acireale, Bruxelles, Kiev… tutte protette da San Michele”.

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