Nessun pagamento da inizio anno per oltre 200 infermieri che prestano attività incentivante sui mezzi di soccorso del 118.
La stragrande maggioranza attende da febbraio, a Gela anche da gennaio: denunciano tutti gravi ritardi nell’erogazione degli emolumenti, in media 600-700 euro a lavoratore.
Lo segnala il Nursind di Caltanissetta che in una nota ai vertici dell’Asp, alla Regione e alla prefettura spiega di avere ricevuto “ripetute segnalazioni pervenute presso la nostra segreteria provinciale di Caltanissetta, secondo le quali agli operatori sanitari non è stata corrisposta nessuna mensilità del corrente anno solare.
Considerando che tali somme vengono costantemente inviate dall’assessorato alla Sanità regionale, risulta incomprensibile che risorse non giungano regolarmente nelle tasche di chi, con grandi sacrifici, abnegazione e professionalità riconosciuta, soprattutto in questo recente ed ancora attuale periodo di pandemia, opera incessantemente per garantire una risposta sanitaria efficace e concreta, sobbarcandosi di carichi di lavoro, come a voi segnalato in precedenti missive, eccessivi e logoranti”.
Il Nursind, guidato da Giuseppe Provinzano, quindi aggiunge: “Secondo questa segreteria, non può bloccare la retribuzione di questi compensi, la procedura burocratica in seno agli uffici amministrativi dell’Azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta, né può essere un motivo plausibile l’assenza di un direttore amministrativo, non possono essere questi i motivi che impediscono la retribuzione di queste somme, somme che in questo periodo storico considerando l’aumento dell’inflazione e del caro-vita, sono indispensabili per i nuclei familiari.
Chiediamo e pretendiamo che le mensilità dell’attività infermieristica, svolta presso il 118 da inizio anno per gli infermieri collaboratori professionali sanitari della provincia, vengano liquidate con la busta paga del mese di luglio. Invitiamo tutti gli enti preposti ad attivarsi celermente per poter restituire dignità a questi operatori definiti pure “eroi”, ma che spesso vengono umiliati e mortificati dalle istituzioni”.