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Nel nisseno, denuncia dei familiari: anziani “spremuti” per i soldi, coinvolti prete e due consiglieri comunali di Gela

Redazione

Nel nisseno, denuncia dei familiari: anziani “spremuti” per i soldi, coinvolti prete e due consiglieri comunali di Gela

Mar, 24/05/2022 - 16:03

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L’inchiesta della Procura di Gela denominata “Avaratia” che, ha portato all’arresto, stamani, di don Giovanni Tandurella, parroco della Chiesa Madre di Piazza Armerina, nasce nel 2020 dopo il passaggio di gestione dell’Ipab ” Antonietta Aldisio” di Gela e le denuncia dei familiari, almeno una quindicina, degli ospiti della residenza per anziane.

 Su ordine del Gip Roberto Riggio, agli arresti domiciliari e’ finito don Tandurella, gia’ presidente della struttura pubblica e ora parroco della cattedrale di Piazza Armerina, mentre sono stati interdetti per un anno dai ruoli societari dell’Ipab, Renato Mauro ed i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Sandra Bennici e Salvatore Scerra. Tutti e tre hanno l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Secondo l’indagine, condotta dai carabinieri di Gela, i soldi dell’Ipab “Antonietta Aldisio” sono stati utilizzati per l’acquisto di un appartamento a Gela e hai svolto dei lavori nella chiesa Santa Maria, sempre a Gela, dove era parroco. 

Il prete, inoltre, avrebbe anche usufruito di una cospicua donazione di denaro effettuato da una anziana benestante che avrebbe trasferito la sua residenza nell’Ipab. La struttura per anziani era stata gia’ commissariata dalla Regione nel dicembre 2019, poi le denunce dei familiari degli ospiti. Disposto anche il sequestro di immobili e somme in denaro, 75 mila euro, e di diversi conti correnti riconducibili al sacerdote gelese. 

Gli indagati sono accusati di corruzione per un atto contrario ai doveri di uffici, falsita’ ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, circonvenzione d’incapace, truffa, appropriazione indebita e riciclaggio. Secondo l’accusa il sacerdote avrebbe affidato la struttura pubblica alla societa’ La Fenice di Mauro, eludendo le procedure previste in materia di appalti pubblici. 

In piu’ dovrei svenduto la struttura cedendola alla societa’ La Fenice a un canone inferiore a quello di mercato, ottenendo in cambio denaro versato a un suo congiunto. I familiari delle ospiti dell’Ipab avevano segnalato, gia’ nel gennaio del 2020, le ‘gravi’ condizioni di vita delle ricoverate a fronte di un cospicuo aumento delle quote di partecipazione alle rette per garantire il soggiorno. (Ansa)