Molte persone durante la pandemia si sono ritrovate gioco forza a lavorare da casa, incontrando tantissime difficoltà a separare adeguatamente il piano lavorativo da quello personale e domestico, vuoi per mancanza di abitudine a gestire questo tipo di situazioni, ma talvolta per inadeguatezza degli spazi adibiti al lavoro, con problemi a creare quelle condizioni necessarie a non incidere sulla produttività senza distrazioni di sorta. In uno studio recente è emerso che più della metà dei lavoratori che ha operato in smart working ha avuto a che fare con la sindrome da burnout, una condizione caratterizzata da un esaurimento sul piano mentale, fisico ed emotivo, accompagnato da tutta una serie di sintomi che rendono il soggetto particolarmente irritabile, ansioso, demotivato e con serie difficoltà a riposare come si deve. Sottovalutare il problema con la speranza che col tempo le cose si sistemino, non è la strada giusta. Ecco alcune alternative da sfruttare per venirne a capo.
L’importanza del supporto psicologico
Se si stanno affrontando i sintomi del burnout da più di sei mesi e ci si accorge di non essere in grado di superare il momento di difficoltà, con effetti deleteri sulla propria vita privata e lavorativa, è importante rivolgersi a degli specialisti in grado di offrire un supporto efficace e strategico. La psicoterapia offre tutta una serie di strumenti in grado di cambiare gli equilibri all’interno della vita del paziente e possono quindi essere un enorme aiuto per quelle persone che non riescono ad uscire da un vortice che, senza un pronto intervento, rischierebbe di condurlo verso la depressione. I sintomi che si protraggono nel tempo, anche se di modesta entità, possono andare a interferire col benessere del soggetto, influendo sulla capacità dello stesso di seguire un regime alimentare sano e sul ciclo del sonno, con effetti fisici devastanti. Un ciclo di sedute presso lo studio di un terepeuta, o davanti allo schermo di un pc, grazie al servizio di psicoterapia offerto dal sito di Serenis – modalità quest’ultima molto comoda per chi vive giornate particolarmente piene di impegni o per chi preferisce restare all’interno di un contesto più familiare – può sortire degli effetti positivi, permettendo al paziente di ritrovare la serenità attraverso semplici routine da mettere in pratica nei momenti più difficili.
Gruppi di supporto
Un’altra strada utile per superare i sintomi del burnout è quella della partecipazione attiva alle attività di gruppi di supporto in cui si esprime il proprio disagio davanti ad altre persone che stanno affrontando lo stesso tipo di difficoltà. Questo approccio ha il merito di non far sentire i partecipanti come dei pazienti veri e propri e può quindi essere utile nei casi in cui i sintomi non sono ancora diventati particolarmente pesanti.
Attività e abitudini utili
Un primo step che si può compiere quando si cominciano ad avvertire dei sintomi che potrebbero essere ricondotti al burnout è quello di staccare la spina e di cercare in tutti i modi di alleggerire il carico di stress dalle proprie spalle. Per riuscirci bisogna iniziare dagli impegni di lavoro, cercando ad esempio di prendere delle ferie non preventivate, discutendone in maniera schietta col datore di lavoro.
Per poter ricaricare le batterie occorre riposare adeguatamente, e se non lo si sta facendo, alla lunga queste abitudini non potranno che ripercuotersi sia a livello fisico che mentale. Esistono tante piccoli stratagemmi che possono essere utili a dormire meglio la notte.
E riposare meglio non potrà che aumentare le riserve di energie da sfruttare per impegni piacevoli che possono rappresentare quella valvola di sfogo necessaria per ridurre tutto lo stress accumulato durante la giornata. Parliamo di semplici hobby, ma anche di attività sportive, ottime per agire concretamente a sotto il profilo del benessere fisico.