salute

Caltanissetta, ripartite al S.Elia le consulenze specialistiche per la cura della Spina Bifida

E’ ripartita nelle scorse settimane, l’attività di consulenze altamente specialistiche presso il Centro di Riferimento Regionale per lo Studio e la Cura della Spina Bifida, ubicato all’interno dell’Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta e diretto dalla D.ssa Carmen D’Aleo.

In particolare, negli scorsi giorni, sono stati presenti, per effettuare visite specialistiche, il dr. Paolo Famà, ortopedico pediatra, proveniente dell’Istituto G. Gaslini di Genova ed il Prof. Massimo Caldarelli, già primario della Neurochirurgia Infantile del Policlinico Gemelli. I numerosi utenti assistiti attualmente dal Centro provengono da tutta la Sicilia e dalla Calabria.

In questi giorni è stato visitato presso il Centro Regionale anche un ragazzo fuggito dall’Ucrania, dove si trovava da alcuni mesi, in soggiorno dai nonni. Il giovane S.B., affetto da Spina Bifida, residente in Italia già da alcuni anni, era andato nel dicembre scorso, a trovare i nonni per rimane da loro qualche mese, quando la notizia degli attacchi russi, ha colto d’improvviso, oltre che l’intero mondo, anche lui, i familiari e la mamma, rimasta in Italia.

Nonostante la propria disabilità, il giovane S., non si è perso d’animo e con alcuni parenti, grazie alla catena di solidarietà che da subito si è attivata, dopo alcune settimane dall’inizio del conflitto, è riuscito, prima ad arrivare in Polonia e successivamente a rientrare in Italia e riabbracciare la mamma ed il resto della famiglia.

Grazie alla sensibilità della Dirigenza dell’ASP 2 di Caltanissetta, ed alla fattiva collaborazione che da sempre esiste tra il Centro Regionale e l’ASISBI (Associazione Siciliana Spina Bifida ed Idrocefalo) guidata dal Dott. Carlo Campione, è stato possibile avvalersi con regolarità nel corso degli anni, della periodica presenza di specialisti provenienti dai vari Centri di Riferimento a livello nazionale
L’ASISBI, nata oltre 25 anni fa, ha sostenuto fin da subito la nascita di un Centro a Caltanissetta ed ha aiutato a far sì che, negli anni, fosse mantenuta la presenza periodica dei vari specialisti come la dottoressa Christel Multerer , ortopedico e fisiatra presso la Kinder Klinik di Aschau; il professor Gabriele Bazzocchi, gastroenterologo presso il Montecatone Rehabilitation Insitute; il dottor Paolo Famà, ortopedico del Gaslini di Genova, la dottoressa Chiara Guerrer, androloga presso l’ospedale Niguarda di Milano ed il professor Massimo Caldarelli, neurochirurgo con alle spalle una lunga carriera professionale e accademica nel campo della Neurochirurgia, per lo più presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

La Spina Bifida è una grave malformazione congenita della colonna vertebrale, che coinvolge il midollo spinale e che comporta, nelle forme più gravi, difficoltà alla deambulazione fino alla paralisi degli arti inferiori, il mancato controllo degli sfinteri e l’idrocefalo. Si tratta di una patologia che si manifesta alla nascita, ma che si determina in utero, entro il 28° giorno dal concepimento. Un bambino che nasce con la Spina Bifida rimane disabile per tutta la vita e ha bisogno di assistenza e cure specifiche; ma, benchè, non si possa guarire, si può fare davvero molto affinché chie ne è affetto, possa condurre una vita serena.

Salale patologia si può prevenire efficacemente, riducendone notevolmente il rischio di incidenza. Per prevenire la spina bifida la futura mamma dovrebbe abbinare a una corretta ed equilibrata alimentazione ricca di folati (asparagi, spinaci, broccoli, cereali, arance, arachidi, noci, castagne, legumi, germogli di soia, funghi, kiwi, more, spremuta d’arance, pompelmo …) l’assunzione di Acido Folico, una vitamina del gruppo B indispensabile per il normale sviluppo embrionale, almeno un mese prima di iniziare una gravidanza e per i primi 3 mesi di gestazione.

Grazie alla presenza del Centro di Caltanissetta, ed al prezioso contributo professionale, dei suddetti specialisti, le famiglie siciliane hanno potuto evitare i cosiddetti “viaggi della speranza” ai quali in tanti hanno fatto ricorso i passato, per offrire ai propri figli le cure multidisciplinari necessarie per il corretto follow-up della patologia.

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