Sono 11 i casi sospetti in Italia, registrati in 8 regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto), di epatiti acute di natura non conosciuta. Solo due di questi sono stati confermati ed ad uno, giudicato “possibile”, e’ stato eseguito un trapianto. Prosegue intanto il miglioramento per bambino di Prato ricoverato all’ospedale Bambino Gesu’, arrivato in gravi condizioni rischiando un trapianto di fegato che e’ stato poi scongiurato.
Una positivita’ per Adenovirus o per SARS-CoV-2 (i due virus principali sospettati di essere la causa) e’ stata per ora riportata solo in 2 casi sospetti ma il suo ruolo, ipotizzato dai ricercatori inglesi, “non e’ pero’ confermato” come origine della forma di epatite. In Lombardia due bambini sono stati ricoverati all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: uno, di 11 anni, ha avuto la necessita’ di un trapianto.
A fare il quadro sulla situazione nazionale e su quella mondiale e’ una circolare del ministero della Salute che sollecita la segnalazione di “ogni eventuale caso di epatite acuta” che risponda alla definizione di caso attualmente adottata dall’OMS. Ma il ministero chiede a Regioni e medici, di segnalare anche i pazienti le cui condizioni non sembrano rientrare totalmente nella casistica e di prevedere in ogni caso “la conservazione dei campioni biologici per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario”.
L’atto, firmato dal direttore alla prevenzione Gianni Rezza, alza fortemente il livello di attenzione nei confronti di questa malattia che ha colpito – ai dati di oggi in continuo aggiornamento – 108 casi in Gb, 38 in Ue (di cui 11 in Italia), 9 in Usa. Nelle ricerca delle cause, che vede come piu’ probabile un nuovo virus, pare ormai chiaro che il vaccino anti-Covid non abbia nessun ruolo. I bambini colpiti infatti non erano vaccinati. Anche una verifica su alimenti e abitudini personali non ha identificato alcuna esposizione comune. Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un’eziologia virale di tipo A, B, C, D ed E, le autorita’ sanitarie del Regno Unito considerano l’ipotesi infettiva la piu’ probabile, dato il quadro epidemiologico e le caratteristiche cliniche dei piccoli pazienti.
Sono state avviate, e sono ancora in corso, anche alcune indagini tossicologiche. In Usa l’allerta si e’ ora estesa a livello federale. I Centri per il controllo delle malattie (Cdc), hanno lanciato l’allarme per le epatiti pediatriche. Gli esperti americani per il momento sembrano credere che sia l’adenovirus a scatenare la forma acuta e pericolosa di epatite. Fra i 9 casi statunitensi, tutti fra bambini sotto i 10 anni, non si e’ registrato nessun decesso ma alcuni hanno sviluppato gravi problemi al fegato e in due casi e’ stato necessario il trapianto.
Tutti, in questo caso, sono risultati positivi ad infezioni da adenovirus. Anche la North Carolina ha riportato un paio di casi analoghi ma entrambi i bambini si sono ripresi. “Le agenzie di sanita’ pubblica internazionali hanno lanciato l’allarme a causa di un aumento di segnalazioni di epatite acuta in eta’ pediatrica di probabile natura virale. L’allarme squilla per gli esperti. Ci vuole tempo per definirne la causa e non e’ escluso che, come avvenuto spesso in passato, la causa resti indefinita.
Bisogna aspettare e far lavorare gli esperti”. scrive su Facebook l’epidemiologo Pierluigi Lopalco. “Nel frattempo – sottolinea – una cosa va fatta: dare la corretta informazione. Definirla epatite misteriosa non fa bene. Si alimentano dietrologie e complottismi. Non c’e’ nulla di misterioso. Di virus in grado di causare epatite virale ne conosciamo tanti. E alla lista se ne possono aggiungere di nuovi. Si tratta, dunque, di una forma di epatite da causa da accertare”