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Draghi: “Putin voleva annientare l’Ucraina, noi al fianco di Kiev”

“Finora l’obiettivo di Putin non è stato la ricerca della pace, ma il tentativo di annientare la resistenza ucraina, occupare il Paese e affidarlo a un governo amico. Noi resteremo accanto ai nostri amici ucraini: la riapertura della nostra ambasciata a Kiev è una buona notizia. Ieri ho sentito il nostro ambasciatore Zazo per felicitarmi direttamente con lui”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi , intervistato domenica dal Corriere della Sera.

“La linea di tutti gli alleati – ha aggiunto Draghi – resta quella di evitare un coinvolgimento diretto dell’Europa nella guerra. Uno dei punti fermi di questo conflitto è l’affermazione da parte di tutti i leader della Nato, a cominciare dal presidente degli Stati Uniti Biden, che non vi sarà un coinvolgimento diretto dell’Alleanza. Comprendo le ragioni che spingono Svezia e Finlandia a pensare di entrare nella Nato”.

“Tutte le decisioni cruciali – ha detto ancora Draghi – sono state prese con vastissimo consenso parlamentare. Fin dal primo dibattito sulla guerra, alcuni parlament hanno cercato di rimproverare antichezie e mi è stato chiesto dire di cosa ne pensassi. Io ho replicato: questo non è il momento di rimproverarsi le simpatie e gli affari di un tempo. È il momento di stare tutti insieme. E continuo a ripeterlo. Tra l’altro, questo è un dibattito soprattutto alcuni politici. Non mi sembra che tra la maggior parte dei cittadini ci sia ora di fare processi al passato”.

Il presidente del Consiglio ha parlato anche delle telefonate con Putin. “Comincio a pensare che hanno ragione coloro che dicono: è inutile che gli parliate, si perde tempo. Io ho sempre difeso Macron e continuo a che come presidente di turno della Ue faccia bene a tentare ogni possibile strada di dialogo. Ma ho l’impressione che l’orrore della guerra con le sue carneficine, con quello che hanno fatto ai bambini e alle donne, sia completamente indipendente dalle parole e dalle telefonate che si fanno”.

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