La tesi di laurea è l’ultimo lavoro che lo studente universitario deve compiere per poter conseguire il titolo, fermo restando ovviamente che gli studi possono proseguire con la laurea magistrale, se si parla di tesi triennale, o con master e percorsi formativi di altro tipo.
Nessuno può negare che la produzione di una tesi sia un lavoro corposo e che soprattutto gli studenti dei corsi di laurea di tipo triennale possano essere un po’ spiazzati dinanzi a un tipo di impegno che non hanno mai sostenuto, per questo motivo in molti scelgono di usufruire di servizi di consulenza specifici come quelli messi a disposizione da https://www.studentiedocenti.it/.
Il primo passo: individuare il proprio relatore
Il primo passo da compiere, per il laureando, è quello di richiedere ufficialmente la tesi a un docente, il quale sarà ufficialmente presentato come relatore in sede di discussione.
Ogni docente ha il suo modo di relazionarsi con lo studente che richiede lo svolgimento della tesi: alcuni seguono la produzione dell’elaborato con una certa costanza, altri invece preferiscono lasciare “carta bianca” all’allievo e adottano un atteggiamento molto “laissez-faire”, limitandosi ad approvare o meno il lavoro finale.
Ovviamente, non esiste un metodo in assoluto migliore di altri, ciò che deve essere ben chiaro allo studente, tuttavia, è che quello della tesi deve essere un lavoro creativo: scrivendo una tesi, infatti, lo studente deve contribuire alla comunità scientifica producendo un qualcosa di interessante, magari anche di innovativo, ecco perché la tesi deve sempre essere scritta con un certo livello di autonomia.
Le diverse tipologie di tesi
Le tesi possono essere distinte in molte diverse varianti.
Oltre alla distinzione tra tesi triennale, relativa appunto al triennio, e tesi specialistica, che riguarda invece il biennio di specializzazione (esistono anche corsi di laurea cosiddetti “a ciclo unico”, per i quali non si applica la suddetta formula “3+2”), le tesi possono essere distinte anche per quel che concerne i contenuti.
Una distinzione canonica molto importante è quella tra tesi sperimentale e tesi compilativa: la prima si fonda sullo svolgimento di una vera e propria operazione scientifica, la quale può essere uno studio di laboratorio, un’indagine statistica o quant’altro, mentre la seconda ha una natura prettamente teorica, ma nonostante ciò deve ovviamente essere originale e deve giungere a delle conclusioni che destino interesse.
L’importanza della bibliografia
In tutte le tesi ha la sua importanza la bibliografia, ovvero sostanzialmente la gamma di libri che lo studente consulta per produrre il suo elaborato e per produrre delle citazioni.
Tali libri possono essere consultati nella biblioteca del proprio ateneo (è utile ricordare che questo è un diritto di ogni studente), oppure possono essere acquistati o comunque essere a disposizione del laureando; da questo punto di vista, dunque, non vi è alcuna differenza.
La bibliografia deve essere indicata all’interno dell’elaborato, di norma in un’appendice finale.
Disposizioni specifiche del singolo corso di laurea
Ogni singolo corso di laurea può prevedere delle disposizioni specifiche circa la redazione della tesi, anche per quel che riguarda aspetti puramente tecnici quali il numero minimo di pagine, il margine da rispettare nell’impaginazione e quant’altro, dunque è bene informarsi se sono previste, appunto, delle norme alle quali fare riferimento.
Iniziare a lavorare alla tesi con il dovuto anticipo
È questo, dunque, ciò che è utile sapere se si è prossimi alla laurea e si deve iniziare a pensare alla tesi.
Dal momento che, come visto, la tesi richiede una mole di lavoro non trascurabile, è sicuramente un buon suggerimento quello di iniziare a lavorarci alcuni mesi prima della prevista data di laurea, magari anche laddove vi sia ancora qualche esame da completare, in modo da avere tutto il tempo a disposizione per svolgere un buon lavoro.