Scuola

Scuola, Bianchi: “Mi inquieta il livello di occupazione post diploma. Ripensare la strategia”

“Bisogna ragionare di più su cosa avviene una volta che il ragazzo si è diplomato. I dati del 2019 destano preoccupazione: su 100 diplomati il 51% ha un rapporto a tempo determinato, i 10% di apprendistato, il 10% un lavoro intermittente, l’8,8% fa tirocini, il 3% ha contratti di collaborazione, il 3,4% è tempo indeterminato. Questo mi inquieta”.

Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nel corso dell’audizione in Commissione Lavoro al Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui canali di ingresso nel mondo del lavoro e sulla formazione professionale dei giovani. “Mentre in Veneto il 51.2% diplomati ha comunque un contratto, il 50.2% in Emilia Romagna- ha aggiunto il ministro- in Sicilia siamo al 26.7%. Bisogna ragionare non tanto su come all’interno del periodo didattico riusciamo a individuare spazi di orientamento al lavoro ma su come riusciamo a pilotare il lavoro dopo il diploma. Qui vanno trovati dei meccanismi anche potenziando l’istituto dell’apprendistato e delle modalità con cui ci si orienta al lavoro ma non nella scuola, nel lavoro. Le aspirazioni di un ragazzo di seguire un orientamento al lavoro vengono frustrate se poi dopo non c’è riscontro”.

A questo proposito Bianchi ha sottolineato che fra i ragazzi diplomati in Its, “siamo quasi al 90% di risultati di successo, cioè di persone che poi trovano un lavoro. È un punto importantissimo perché vuol dire che questo percorso di avvicinamento al lavoro è fortemente legato al territorio e ad una specifica tipologia di impresa. La maggior parte hanno poi un contratto di tipo indeterminato. Inoltre negli Its abbiamo il massimo della coerenza fra ciò che si è studiato e il lavoro: il 91% degli occupati Its considera di essere occupati coerentemente con quanto studiato”.

Per Bianchi, “dobbiamo riuscire a completare il ciclo superiore con un percorso che o è di laurea o è di un Its fortemente legato a un territorio e un settore. Mi chiedo se non si possa poi aggiungere un percorso di iscrizione a un albo anche per chi si diploma in un Its o istituto professionale. Comunque- ha concluso- c’è differenza nel mondo del lavoro tra chi si presenta con un diploma tecnico professionale, a cui segue periodo di contratti a tempo breve, e chi invece segue un Its, a cui viene poi garantito un percorso di lavoro, anche più coerente”.

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