MUSSOMELI – (DALLA SCUOLA) Nella giornata di ierim 21 marzo 2022, XXVII Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, l’Istituto Virgilio di Mussomeli, diretto dal Preside Vincenzo Maggio, ha voluto ricordare questo evento, attraverso una rilettura inedita del fenomeno mafioso. I docenti, Simona Cannella, Silvana Giardina e Concetta Tona, coordinati dalla prof.ssa Vincenza Calà, referente alla legalità, hanno proposto la lettura di alcuni brani tratti dal libro “ Adesso ve le racconto io le mafie” il nuovo libro di Ivan Luigi Antonio Scherillo, con la prefazione di don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele. Scherillo racconta le mafie a modo suo, rovesciando il piano narrativo, offrendo una prospettiva nuova, forse meno affascinante, ma di sicuro più vicina alla realtà. Gli studenti attraverso la lettura delle storie vere (come quelle di alcune vittime innocenti della criminalità organizzata) e di storie inventate, hanno affrontato un percorso di consapevolezza di cosa sono davvero le mafie, quali sono i costi per chi ci entra e quali sono i danni che causano, hanno riflettuto anche su alcuni stereotipi, come l’onore, il mito delle mafie buone e della protezione del territorio, del coraggio e della forza. Nelle classi sono stati condivisi e commentati alcuni filmati degli spettacoli che l’autore del libro Scherillo è solito mettere in scena nelle scuole. La riflessione di partenza è che la tv, la stampa, la letteratura, hanno raccontato per decenni le figure dei boss, dipingendoli come spietati, intelligenti, affascinanti, mentre la lettura di queste storie ha voluto stravolgere questa narrazione. L’autore del libro afferma che “I boss sono: degli idioti; scemi che sprecano la propria esistenza. Per cosa poi? Per dei soldi che non possono spendere? Per delle ville che non possono abitare? Per delle auto che non guideranno mai? Mostrare i continui fallimenti, le morti, la futilità di certi poteri e di certi patrimoni, la totale assenza di tutte quelle virtù e di quei costrutti sociali di cui si parla (a vanvera), ovvero l’onore, il coraggio, la forza.
Filo conduttore delle letture delle storie vere, tra cui quelle di Gianluca Cimminiello, che ben spiega il significato di coraggio e di forza e le storie di Annalisa Durante, Giuseppe Di Matteo e Salvatore Nuvoletta, che ben spiegano il vero significato di coraggio e di onore, è lo slogan di questa XXVII Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie: Terra mia. Coltura/Cultura. È uno slogan che vuole unire due dimensioni di impegno, oggi fondamentali, dalle quali ripartire.
Terra mia: per prendersi cura della nostra comunità locale e
reinterpretare il nostro essere cittadini globale a partire dall’attenzione al
contesto nel quale viviamo, alla nostra quotidianità.
Coltura/Cultura: La coltura nella terra, la cultura nelle coscienze. Due parole che si differenziano solo per una vocale, che ci restituiscono la necessità di un lavoro che prosegue in parallelo e tiene insieme l’impegno per il nutrimento della Terra con l’impegno per il nutrimento delle coscienze. L’Istituto d’Istruzione Superiore Virgilio è per tradizione educativa sempre attento e sensibile alle tematiche della legalità, anche per questo il continuo impegno del nostro corpo docente è volto a consegnare agli studenti messaggi di LEGALITA’, tenendo vive le storie di coloro che hanno perso la propria vita, intrecciando il proprio percorso in un racconto plurale che costituisce un patrimonio collettivo, ma anche portando alla luce la storia di un Paese, segnata da contesti di ingiustizia e malaffare, ma caratterizzata soprattutto da tanti percorsi di resistenza civile e di riaffermazione dei diritti delle persone e delle comunità. Le vite di queste vittime innocenti devono diventare occasione per ritrovare le radici e l’orizzonte del nostro impegno quotidiano per la costruzione di giustizia, l’affermazione del valore della cultura, la tutela e la cura degli ambienti nei quali viviamo, urbani e naturali.