MUSSOMLI – Uno degli obiettivi che hanno ispirato la nascita della sezione UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Mussomeli è stato, senza dubbio, quello di sensibilizzare cittadine e cittadini sulla necessità di garantire la fruibilità e l’accessibilità dei luoghi pubblici. Sensibilizzare, però, fa parte di un programma più ampio che mira a realizzare azioni concrete affinché anche chi è affetto da una malattia neuromuscolare o, in generale, chi ha una disabilità possa muoversi in autonomia nei luoghi che caratterizzano la sua quotidianità. Proprio entro tale ottica, è stato avviato lo scorso 16 marzo un progetto, inserito entro la modalità didattica dell’Alternanza scuola-lavoro, che è finalizzato alla realizzazione di un Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A). Tale disegno progettuale, nato dalla volontà della locale sezione UILDM, poggia le sue basi su una convenzione stipulata con l’Istituto I.I.S. “G.B. HODIERNA” e il Comune di Mussomeli. Grazie alla guida del corpo docente (nello specifico, i professori Michele Schifano, Antonello Diliberto, Vincenzo Lo Curcio e Calogero Veneziano), studentesse e studenti saranno protagonisti di un percorso formativo – della durata complessiva di due anni – che si snoderà in più fasi, a partire dall’osservazione dei luoghi e dalla misurazione attraverso apposite attrezzature. Scopo ultimo sarà quello di dotare il comune di Mussomeli di un progetto esecutivo volto a facilitare la mobilità delle persone con disabilità e, in generale, di chiunque ne abbia bisogno, dal momento che l’accessibilità, quando favorita, giova all’intera comunità. Fondamentale, nella riuscita della collaborazione con l’istituto scolastico, l’interesse mostrato sin dall’inizio dalla Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Rita Cumella, e dal prof. Mario Canalella. “L’augurio, nell’avviare un simile progetto, dice il presidente dell’UILDM Giuseppe Carapezza, è quello di sfruttare al meglio il suo potenziale educativo e di stimolare le nuove generazioni, tanto durante la loro formazione presente quanto nell’esercizio futuro della loro professione, a pensare una comunità sempre più accessibile e inclusiva”.