Un finale che mai avrebbe potuto immaginare fino a pochi mesi fa, quando giocava in Seconda Categoria in una squadra pugliese di rifugiati. Il successo dell’Atalanta sul Bologna, con cui la Dea continua a vedere la Champions, ha il sorriso, la freschezza e la bella storia di Moustapha Cissé, attaccante guineiano, classe 2003.
Una storia di cui c’è bisogno specie di questi tempi e che si riassume nelle tappe, bruciate nel giro di tre mesi, dal giovane Cissé: orfano di padre, viene accolto in Italia a 16 anni al suo arrivo da Conakry, la capitale della Guinea, e partecipa a un torneo con i Rinascita Refugees, una formazione leccese del campionato di Seconda Categoria composta da richiedenti asilo. Qui viene notato dagli scout dell’Atalanta, che hanno l’intuito e la prontezza di aggregarlo alla squadra Primavera nerazzurra.
Da qui, l’ascesa è rapidissima. Con la Primavera dell’Atalanta, infatti, fa in tempo a giocare pochissimo, appena 3 partite, in cui segna 3 gol convincendo anche Gasperini, che lo convoca per la partita contro il Genoa. Complici le tante assenze in attacco (con Zapata infortunato da parecchio), Gasp lo riporta in panchina anche contro il Bologna, e al minuto 65, sullo 0-0 che non si schioda, gli concede anche l’esordio in A, al posto di Muriel.
Ancora una volta Cissé non perde tempo: minuto 82, il modo in cui si fa trovare libero sul filtrante di Pasalic è da grande attaccante, così come la rapidità nello stoppare e tirare immediatamente. La storia è bella già così, potrebbe anche essere l’inizio di una favola. Di sicuro l’Atalanta ha scovato un altro gioiello su cui Gasperini potrà lavorare.