“La favola trans di Checco ZALONE a Sanremo non mi ha disturbato, mi ha fatto sorridere e non l’ho trovata offensiva”. Così Mauro Coruzzi, in arte Platinette. “Non vado a vedere i film di ZALONE – afferma all’Adnkronos -, ma dal punto di vista musicale mi sembra che abbia intessuto con Amadeus dei ‘duetti’ che fanno parte della scrittura autoriale televisiva, non erano improvvisati. Quando canta quei testi, come anche ‘La Vacinada’ con Helen Mirren, a me fanno sorridere, perché mai dovrebbero disturbarmi?”
“Non credo – prosegue Platinette – che ZALONE abbia fatto una performance così provocatoria tanto da generare reazioni. C’è una sorta di vittimismo talmente diffuso su alcuni argomenti dove pare che nessuno possa esprimere opinioni differenti. Può farmi sorridere una osservazione su un cliente di una transessuale, che, se anche nell’ambito della retorica definita da qualcuno becera, è un’archetipo della considerazione che si può avere intorno a determinate figure? O ogni volta deve esserci una polemica di natura politica riguardo a quello che è lo spettacolo? Questo, a casa mia, non dovrebbe avere né ideologie di parte, né, soprattutto, originare delle polemiche che francamente hanno poco senso di esistere”.
Platinette interviene poi sul monologo di Lorena Cesarini riguardo al razzismo. “Si può dire che la prestazione di Lorena sia stata un filo sotto le aspettative? Mi sembra che nessuno abbia battuto ciglio quando si è detta la stessa cosa il giorno prima di Ornella Muti. E’ ovvio che tutto quello che ha detto Lorena è condivisibile, ma mi chiedo era il caso di un monologo che ci ricordasse di certe situazioni? Quando decenni fa a Sanremo, un’artista di colore italiana Lara Saint Paul cantò insieme a Louis Armstrong, neanche lontanamente vennero fuori polemiche sul colore della pelle”.