Mimose coperte dalla neve al sud e gemme bruciate dal freddo. Il forte e repentino abbassamento della colonnina di mercurio accompagnato da gelate mattutine e neve al centro sud, dopo il caldo anomalo, mette a rischio verdure e ortaggi coltivati all’aperto ma anche i prossimi raccolto di frutta.
E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti, in occasione dell’allerta della protezione civile per l’irruzione di aria gelida con la temperatura abbondante sotto lo zero e la caduta di neve al centro sud, in un inverno pazzo che aveva fatto segnare fino ad ora una temperatura superiore di 0.55 gradi, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi al mese di gennaio che e’ stato uno dei piu’ asciutti mai registrati.
L’arrivo del grande freddo – Sottolinea la Coldiretti – colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, e broccoli che reggono anche temperature di qualche grado sotto lo zero ma se la colonnina di mercurio scende pentitamente o se le gelate sono troppo lunghe si verificano danni. A preoccupare, continua la Coldiretti, e’ anche il balzo dei costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata della bolletta energetica.
Nelle campagne il caldo anomalo – sottolinea la Coldiretti – ha provocato il “risveglio” anticipato della natura con le margherite e le primule sbocciate nei campi e mandorli, albicocchi e pesche pronti alla fioritura e quindi particolarmente sensibili all’ arrivo del maltempo che rischia di compromettere i prossimi raccolti mentre le mimose coperte dalla neve al sud non potranno essere donate per la festa delle donne l’8 marzo.
Se il sud fa i conti con la neve ei temporali si acuisce l’emergenza siccita’ al nord dove il fiume Po e’ in secca come d’estate ma anomalie si vede anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 10 % di quello di Como al 29% del Maggiore, secondo il monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca e’ sceso a -3,07 metri, piu’ basso che a Ferragosto ed e’ rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua al nord.
Nella pianura padana le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto si avvia ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccita’. Ma a preoccupare e’ anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali perche’ se le condizioni continueranno, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con gli irrigazioni di soccorso dove sara’ possibile.
Dall’altra parte nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e durante le operazioni potrebbero essere piu’ che problematiche. “Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una piu’ elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha stagionali perdere – conclude Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio.