“Se mi rimprovero qualcosa? Una roba sola… purtroppo è qualcosa che non riesco a dimenticare: quel giorno a Pasadena (il rigore fallito ai Mondiali del ’94, ndr)”. Così in una lunga e toccante intervista a Dribbling su Rai2, in occasione dei suoi 55 anni, Roberto Baggio si racconta tra passato, presente, Covid e futuro. “Gli anni – assicura il Divin Codino – purtroppo si sentono e passano per tutti.
Però bisogna avere lo spirito giusto per affrontarli. Mi sembra che il tempo stia correndo troppo veloce. Forse l’età, forse gli impegni, tutto sembra correre molto più veloce di una volta. Per fortuna ho tantissimi amici nel mondo ed ho avuto veramente tanti, tanti messaggi di grande affetto e grande amicizia, per cui sono molto felice di questo”.
Baggio racconta poi i suoi due anni passati con la pandemia: “Credo che i ragazzi, i giovani siano stati quelli che forse hanno sofferto di più. Per questo noi genitori abbiamo il dovere di stargli vicino a loro per darli i giusti stimoli per affrontare il futuro con speranza, perché ne hanno bisogno. Devono recuperare il tempo perduto e devono veramente tornare a relazionarsi con gli altri in maniera diretta e vivere un po’ quello che è stata la nostra adolescenza dove si facevano tante cose insieme”. La sua spiritualità lo ha aiutato in questi due anni.
“Assolutamente. Intanto uscendo meno di casa ho avuto più tempo per dedicarmi a questo. L’ho presa come un’occasione importante per approfondire ancora di più la mia fede e rimettermi ancora di più in gioco”. Infine alla domanda perché il calcio lo annoia, conclude: “Ma no, lo vivevo in un’altra maniera, forse sono invidioso e geloso alla fine, verso chi lo può ancora praticare e vivere e allora a volte mi allontano anche per questo. Perché vorrei poter tornare a vivere quei momenti in cui rincorrevo una palla”.