Dopo due anni di crisi, le imprese del turismo non ce la fanno piu’. E le chiusure aumenta: nel solo 2021 hanno cessato l’attivita’ 4.116 imprese della ricettivita’ e dei servizi turistici, il dato peggiore degli ultimi cinque anni. Un’accelerazione delle chiusure che non e’ stata compensata da nuove aperture: in mesi sono nate solo 1.916 nuove imprese turistiche, per un saldo negativo di -2.200 imprese.
A dare l’allarme e’ Assoturismo Confesercenti, analizzando i dati di nati-mortalita’ della ricettivita’ e dei servizi turistici. L’analisi fotografa l’ impatto della crisi sul turismo, immediatamente riscontrabile nel netto peggioramento dei saldi tra aperture e chiusure di imprese nel biennio del Covid: tra 2020 e 2021 si e’ registrato una perdita di oltre 4mila attivita’ (-2.200 nel 2021 e -1.814 nel 2020) , oltre sei volte il biennio precedente. In termini assoluti, l’emorragia piu’ consistente e’ quella della ricettivita’: nel 2021 il saldo tra apertura e chiusure per alberghi e simili e’ negativo per -1.356 imprese.
Ma peggiora anche il bilancio dei servizi turistici, che nel 2021 segna un saldo di -844 imprese: nel 2019, l’anno prima della crisi, il bilancio tra apertura e chiusure era stato di -366. Un crollo dovuto anche all’assenza totale di sostegni per questi comparti nell’anno appena concluso, dopo un primo – e unico – intervento nel 2020. A soffrire nel 2021 sono le regioni del centro, con soprattutto un saldo negativo di -1.290 imprese. Pesa la crisi di Roma e del Lazio, che tra il crollo del turismo estero e l’azzeramento pressoche’ totale di quello legato al lavoro e agli eventi, perde oltre mille imprese. Ma segnali di forte sofferenza arrivano anche dal Nord Est (-447 imprese) e dal Nord Ovest (-285).
“Le analisi confermano una crisi che non da’ segni di rallentamento. Le chiusure hanno accelerato anche nel 2021, battendo il gia’ pessimo risultato del 2020”, commenta Vittorio Messina , Presidente nazionale dell’Assoturismo. “Anche il 2022 non si e’ aperto sotto i migliori auspici: la quarta ondata ha cancellato gennaio e febbraio, e la primavera e’ partita piano: l’80% delle camere disponibili per marzo e’ ancora senza prenotazione. A pesare, in un mese senza Pasqua, e’ senz’altro il blocco degli eventi e dei viaggi di lavoro: l’effetto ‘Zoom’ sulla convegnistica e’ particolarmente evidente nelle grandi citta’; ma anche la estera e’ sotto le attese. Servono sostegni piu’ incisivi, o le chiusure accelereranno ancora”.