MUSSOMELI
– Lettera del sindaco Catania su “Emergenza “RITARDO PAGAMENTI IMPRESE EDILI 110%” – con
la quale chiede supporto al Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco.
Illustrissimo
Ministro, con la presente è mia precisa intenzione, nella qualità di
Sindaco pro-tempore del Comune di Mussomeli,
rappresentarLe
le preoccupazioni in ordine alle implicazioni che l’eccessivo
“RITARDO
PAGAMENTI” alle
imprese edili impegnate negli
interventi di recupero edilizi
con il bonus del 110%”
sta avendo
anche per le nostre piccole imprese edili del territorio. Ritardi che rischiano di generare
gravi
ripercussioni sul piano della tenuta economica delle stesse aziende, oltre che per i
tanti
lavoratori impegnati nelle stesse attività. Questa misura introdotta
con il decreto
rilancio, consistente in
una detrazione del
110% delle spese sostenute per l’efficientamento energetico
e antisismico, nonché per l’installazione
di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di
veicoli elettrici negli edifici ha fatto registrare, a
pochi mesi dalla sua operatività, grande interesse da parte
dei cittadini della mia piccola comunità.
Diverse decine
sono gli interventi partiti a Mussomeli
e variegati sono i soggetti
che fino
ad ora ne hanno usufruito o per i quali
sono in corso
di realizzazione i lavori:
• Condomìni;
• persone
fisiche che possiedono o detengono l’immobile oggetto dell’intervento;
• persone
fisiche proprietari (o
comproprietari con altre persone fisiche) di edifici costituiti da 2 a 4
unità immobiliari distintamente accatastate;
• Onlus,
associazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale.
Mi pare doveroso rimarcare l’importante volano
che questa misura sta generando sul
territorio, sia
in termini
di fatturato per le piccole medie imprese edile colpite da un
periodo di scarsa produttività, sia in
termini di impatto occupazionale il cui valore di tenuta
sociale è
indiscutibile. Tra le opzioni della
misura incentivante introdotta dal decreto rilancio è
prevista la possibilità (da parte del committente) di procedere alla cessione
del credito a intermediari finanziari, istituti bancari, agli
stessi fornitori o a terzi soggetti. Facendo un approfondimento nel
mio
territorio, registro che
gran parte imprese edili
operanti a Mussomeli ha scelto
Poste
italiane S.p.A. come l’interlocutore per l’applicazione del meccanismo dello
“sconto in fattura” e per
la cessione successiva dei crediti acquisiti.
Illustre
sig.
Ministro mi sono premurato di interagire con
gran parte
delle imprese edili locali che hanno scelto Poste
italiane S.p.A, ed ho registrato
che fino al mese di ottobre
2021 ha onorato i propri obblighi nei tempi contrattuali. Tuttavia, a
partire dal mese di novembre 2021, Poste
italiane
S.p.A ha
iniziato ad accumulare enormi ritardi, ben oltre i termini contrattuali pattuiti con le imprese. Da considerare
che le imprese locali hanno ceduto i crediti a Poste italiane tramite l’apposita
piattaforma telematica
realizzata da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Adoperando questa piattaforma il cedente (l’impresa) propone
la cessione al cessionario (Poste
Italiane in questo caso), il quale deve
formalmente
accettarla adoperando il proprio cruscotto telematico.
I contratti prevedevano che il cessionario avesse 20 giorni
lavorativi per accettare la proposta di cessione, tuttavia, nella maggior parte dei
casi Poste non ha proceduto con le accettazioni di tali crediti ceduti, ma nemmeno al rifiuto
della cessione
stessa. Questo
comporta che
il cedente
(l’impresa)
non possa disporre in alcun modo dei propri crediti
i quali si
trovano in un “limbo” nel quale il cedente non può fare nulla. Appare superfluo evidenziare che i ritardi appena
richiamati creano enormi
problemi di
liquidità lungo tutta la filiera (imprese edili, artigiani
del legno, artigiani degli infissi, imprese commerciali
del settore edile,
etc), avendo le imprese
programmato di incassare in un determinato lasso di tempo che, però, non
viene affatto rispettato. A specifiche richieste di
chiarimento inoltrate a Poste italiane non è
stato
possibile acquisire alcun tipo di informazione sulla motivazione dei
ritardi. Da notizie
ufficiose sembrerebbe che
Poste abbia allungato i tempi per fare ulteriori controlli
sulle
cessioni effettuate, applicando retroattivamente il nuovo termine di 60 giorni
lavorativi (non più 20) in modo unilaterale e
senza alcuna comunicazione preventiva. Sig. Ministro
è mia
precisa intenzione segnalarLe che allo stato attuale mancano
comunicazione,
chiarezza e trasparenza.
Ci sono piccole imprese, alcune delle quali a
conduzione familiare, con centinaia di migliaia di
euro bloccati in questo limbo, a cui non viene comunicato nulla. Peraltro, non esito ad esprimerLe la mia più viva
preoccupazione sul fatto che alcune di queste
imprese,
trovandosi in un vicolo cieco –
obbligate a onorare
i propri impegni con i propri operai o con i propri
fornitori – siano
costrette a
ricorre al
mercato dell’usura che
causerebbe
un danno irreversibile per la sussistenza delle stesse
ed alimenterebbe
l’illegalità
che tanto cerchiamo di contrastare con
azioni quotidiane. Detto tutto quanto ciò, Le chiedo di intervenire con
tutta la Sua autorevolezza affinché Poste italiane
S.p.A. proceda nei termini contrattuali ad accettare o rifiutare le cessioni dei crediti con immediatezza,
per consentire alle imprese di disporre dei propri crediti. Distinti saluti. Il
Sindaco (Giuseppe Sebastiano Catania)