CALTANISSETTA – “Gli accessi abusivi” al sistema informatico dello Sdi “li faceva fare Alfonso Cicero. Noi io. Ho notato la concomitanza con le date fra le sue denunce e gli accessi. E mi riferisco a Iacuzzo, Cortese e Di Vincenzo”. Lo ha detto Anrtonello Montane proseguendo l’esame della Corte d’appello di Caltanissetta presieduta da Andreina Occhipinti nel processo d’appello che lo vede imputato per corruzione. Secondo l’accusa, Montante avrebbe cercato di ottenere notizie riservate sui profili di alcune persone di suo interesse.
In media sarebbero stati effettuati nove accessi abusivi ogni tre mesi per un arco di 7 anni “per cercare informazioni anche su alcuni collaboratori di giustizia, sull’ex presidente dell’Irsap Alfonso Cicero, parte offesa e parte civile, e il magistrato ed ex assessore regionale Nicolò Marino”. Per la Procura generale l’ex presidente dell’Irsap Sicilia, Alfonso Cicero, avrebbe subito minacce e intimidazioni da Antonello Montante, ex leader di Sicindustria.
“In particolare Montante, voleva che Cicero firmasse una lettera con data retroattiva al 10 luglio 2014. Nella stessa Cicero avrebbe dovuto dichiarare che l’azione di denuncia contro mafia e affari nelle aree industriali della Sicilia era frutto delle sue indicazioni”. Avevano detto in requisitoria i pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso, nell’ambito del processo con rito abbreviato nei confronti di Montante e altri cinque imputati. La data della lettera doveva essere firmata prima del 10 luglio 2014, poiché quel giorno Cicero era stato audito dalla Commissione Antimafia nazionale. Proprio in quel periodo, fra l’aprile e il luglio 2015, c’era in ballo la riconferma di Cicero al vertice dell’Irsap.
Montante, per costringere Cicero a firmare e quindi intimidirlo, gli avrebbe mostrato, secondo l’accusa, un tabulato con diversi sms e fra questi anche alcuni messaggi che l’ex presidente dell’Irsap Sicilia aveva inviato a Montante. Poi quest’ultimo pronunciò una frase: Ce ne saranno per tutti!. Il 17 settembre 2015 Cicero, parte offesa e parte civile nel processo, assistito dall’avvocato Annalisa Petitto, rivelò ai magistrati nisseni come Montante avesse messo in piedi un vero e proprio “sistema”. Il giorno dopo, si dimise da tutti i suoi incarichi e rinunciò anche alla proposta dell’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, che voleva nominarlo commissario straordinario dell’Irsap