“Siccità e alluvioni sono due facce della stessa medaglia che sempre di più colpiscono duramente l’economia siciliana e, in particolar modo, il comparto agricolo. Un quadro devastante che denota non solo il fallimento della politica, ma anche, chiaramente, quello della parte tecnica. È evidente, infatti, che i Consorzi di bonifica non funzionano. Nel frattempo, la riforma che li riguarda è ferma al palo e si continua a perdere tempo per esitarla. A questo punto, bisogna urgentemente ripensare al ruolo dei Consorzi di bonifica, dando il via alla riforma che li riguarda e valutando anche la riorganizzazione in ordine al commissariamento, servono infatti soggetti maggiormente in grado di farli funzionare.
A mio avviso, ancora oggi, non si sta tenendo conto di svariati fattori di grande rilevanza e la tanto attesa riforma finirà per non funzionare se mancherà una visione complessiva di territorio, di gestione del suolo che preveda non tanto investimenti, ma uno sguardo complessivo in ordine all’acqua, alle Infrastrutture, alla viabilità, all’agricoltura, alla gestione delle risorse idriche, all’ambiente nel suo insieme”. Non solo un grido d’allarme, ma un vero e proprio atto d’accusa quello lanciato dal deputato del Movimento 5 Stelle Dedalo Pignatone, componente della commissione Agricoltura alla Camera, a margine dell’incontro di Niscemi, organizzato dai 5 Stelle, sui temi ambiente e agricoltura.
“Le diverse azioni – continua Pignatone – devono essere portate avanti in contemporanea: gestione e tutela del suolo, delle risorse idriche e delle necessarie opere infrastrutturali. Nel frattempo, serve anche avviare una interlocuzione con gli enti sovraregionali ed è auspicabile, e su questo mi sto già muovendo, un prossimo incontro con l’Anbi, l’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, proprio per fare il punto sui Consorzi e la loro gestione. Iniziare a dialogare con i lavoratori dei consorzi, con il settore agricolo, con i tecnici, anche con le associazioni ambientaliste per la tutela, valorizzazione e protezione del paesaggio. Vogliamo portare avanti una nuova idea di Sicilia e di rapporto tra ambiente, territorio e agricoltura”.