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Caltanissetta, la tragedia di Gessolungo nel nuovo murales di via Rosso di San Secondo. Gli eventi per ricordare il disastro del 12 novembre 1881

Redazione 2

Caltanissetta, la tragedia di Gessolungo nel nuovo murales di via Rosso di San Secondo. Gli eventi per ricordare il disastro del 12 novembre 1881

Ven, 05/11/2021 - 14:38

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(Nell’anteprima una sezione della bozza del murales)

Prosegue il percorso di destagionalizzazione della Settimana Santa fortemente voluto e portato avanti da Michele Spena, Presidente dell’Associazione Piccoli Gruppi Sacri di Caltanissetta. Un percorso inclusivo che amalgama con sapienza e caparbietà istituzioni, realtà private, associazioni e cittadini.

Dopo il murales “Dolore di Madre” inaugurato lo scorso 29 settembre, via Rosso di San Secondo si arricchisce di una nuova simbolica immagine che rievoca la storia di Caltanissetta e le sue tradizioni.

Il nuovo soggetto questa volta sarà liberamente ispirato al crollo della miniera di Gessolungo avvenuta nel 1881 e alla nascita della prima Vara, “La Veronica” commissionata per devozione religiosa dai minatori superstiti e realizzata dal Biangardi nel 1883.

Quest’anno, il 12 novembre 2021, si commemora il 140esimo anniversario di quella tragedia nella quale, a causa di un’esplosione, generata da una piccola fiammella, morirono numerosi minatori e, soprattutto i più deboli, coloro i quali, per primi, dovevano essere difesi dalla durezza di una vita pericolosa, malsana e faticosa: i Carusi. Nove di loro, ancora oggi, restano senza nome né identità.

Una storia dolorosa che per troppo tempo è stata ignorata e che merita il giusto riconoscimento, un passato dal quale dobbiamo imparare per poterne dare il giusto valore e onore.

Autore dell’opera d’arte, anche questa volta come per le prime tre, sarà Mirko Cavallotto in arte Loste. A finanziare il progetto è stato il gruppo Romano. Ancora una volta un imprenditore privato ha scelto di contribuire a promuovere l’identità locale cittadina. Un segnale di come la rinascita territorio debba arrivare veramente da più forze sociali e non bisogna restare ancorati in attesa di contributi pubblici.

Il murales sarà realizzato esattamente di fronte all’ultimo appena realizzato, una scelta non soltanto strutturale ma, anche in questo caso, soprattutto simbolica e fortemente evocativa. Gli occhi della madre – Addolorata -, infatti, piangono al pensiero di questi bambini “ceduti” che non vedevano altro che il buio della viscere della miniera e il giallo dello zolfo. Bambini abbandonati al loro destino non per mancanza di amore ma per necessità e che, dopo 140 anni vengono “riscattati” dalla città e ricordati in un murales che li porta, come sottolinea il nome dell’opera, “dall’inferno al Paradiso”. Sullo sfondo la presenza della “Veronica”, quella donna che per pietà si è avvicinata a Gesù per asciugargli il volto e sul cui panno è rimasta impressa l’immagine del Cristo sofferente.

“Questa è una memoria collettiva che dobbiamo continuare a portare avanti – ha commentato il sindaco Roberto Gambino durante la presentazione del progetto che, oltre al murales, prevede eventi che si svolgeranno l’11 e il 12 novembre -. Ringrazio Michele Spena perché ha avuto la forza e il coraggio di promuovere e portare avanti queste iniziative. Opportunità che servono per ricucire le trame della storia della città e, coinvolgendo le differenti associazioni e istituzioni locali, si trasmette all’esterno un importante segnale di unità. Insieme possiamo realizzare manifestazioni diversificate e opere di grande prestigio”.

Bisogna, dunque, andare avanti con il progetto di destagionalizzazione della Settimana Santa perché Caltanissetta è una città che ha bisogno di crescere e svilupparsi valorizzando ciò che possiede. “Qui abbiamo vissuto una negazione del passato e delle miniere – ha proseguito -. Un rifiuto che non può più essere accettato perché dobbiamo imparare a fare tesoro di ciò che è accaduto. Non si tratta di vivere dei ricordi ma imparare dagli sbagli di chi ci ha preceduto”.

“L’esperienza di una miniera influenza non solo chi ci lavora ma tutto il territorio – ha spiegato il vicario Diocesano Padre Onofrio Castelli -. Non si tratta soltanto di un indotto produttivo perchè al suo interno cela un mondo fatto di sofferenza causato dagli incidenti che avvengono e dalle malattie che ne derivano. Eventi che marcano il DNA di un territorio e creano un dramma sociale che non si può ignorare. La Veronica rappresenta l’incontro tra l’uomo e Gesù, un messaggio che ridona la Speranza perché chiunque incontri Cristo riceve un’impronta indelebile che lo accompagnerà sempre. Non si tratta soltanto di un telo di stoffa offerto da una donna ma dell’intera esistenza umana. E’ un messaggio rivolto a tutti noi. Un inferno (il dolore) che deve essere contrastato e, forti del sostegno divino, può trasformarsi in paradiso (il riconoscimento dei diritti dei minori e dei lavoratori, il sentimento di giustizia)”.

“La morte dei 65 minatori di Gessolungo è una vicenda ancora molto attuale – ha sottolineato il Presidente della Real Maestranza Giuseppe Tumminelli -. Dopo 140 anni continuiamo a sentire di morti bianche, condizioni di lavoro inumane e sfruttamento minorile. Un sacrificio che deve essere considerato inaccettabile dalla società civile e questo moto di ribellione deve partire già dai laboratori dei piccoli artigiani per poi diffondersi, come una virtuosa cultura d’impresa, in tutte le altre realtà medio – grandi. Un desiderio di promuovere un reale senso di giustizia che ci porta, come associazione Real Maestranza a partecipare a tutti gli appuntamenti in programma per questa commemorazione”

“Dobbiamo sentirci tutti protagonisti di un processo di cambiamento che risvegli l’orgoglio nisseno. Un impegno che deve coinvolgere in modo trasversale le istituzioni e la società civile abbracciando tutte le generazioni partendo dai bambini che frequentano ancora la scuola o che durante la Settimana Santa passeggiano mano nella mano con il genitore e tengono il naso all’insù guardando con curiosità Vare, Varicedde, Cristo Nero, Gesù sulla barca e Real Maestranza. Quei simulacri, che si muovono in processione durante la Settimana Santa, devono far ricordare le nostre origini e la nostra identità anche ai giovani, che con fierezza devono scegliere di restare nella propria terra e impegnarsi per farla crescere, e agli anziani che devono rappresentare la memoria storica.

Gli appuntamenti in calendario, in occasione della commemorazione della tragedia di Gessolungo, inizieranno l’11 novembre alle 18 in Cattedrale dove il Vescovo Mons. Mario Russotto officierà una messa alla quale sono state invitate tutte le autorità civili e militari. Durante la funzione sarà presente, accanto l’altare centrale, la Vara della Veronica, simbolo puro del dolore di una tragedia che può essere superata. I simboli delle Associazioni della Settimana Santa, Gonfaloni e bandiere saranno accanto al Gonfalone del Comune di Caltanissetta, testimonieranno simbolicamente l’omaggio ai caduti di Gessolungo di chi si spende con abnegazione ed immensa passione per la nostra Settimana Santa. La presenza della Vara della Veronica è stata condivisa dall’Associazione Lega San Michele, detentrice del gruppo sacro, con l’Associazione Giovedì Santo. Fondamentale la collaborazioni tra le Associazioni che animano la Settimana Santa di Caltanissetta, questa la visione strategica che può far crescere ulteriormente l’evento più importante che possiede la Città di Caltanissetta

La Vara della Veronica realizzata dal Biangardi nel 1883 su commissione dei minatori di Gessolungo

Immagini, parole ma anche musica grazie al coinvolgimento dell’Istituto musicale Vincenzo Bellini e del benestare del suo Presidente Andrea Milazzo e del direttore Angelo Licalsi che hanno immediatamente sposato l’iniziativa organizzando un concerto a margine della funzione religiosa e una partecipazione speciale durante la diretta streaming che verrà diffusa su tutte le testate giornalistiche locali la mattina del 12 novembre alle ore 12.

Si tratterà di un quarto d’ora di riflessione sulla grande tragedia che ha vissuto Caltanissetta. Saranno coinvolti, oltre i musicisti dell’Istituto Bellini, anche la Sovrintendente ai BBCC di Caltanissetta Daniela Vullo, l’artista Loste e due ex minatori. 15 minuti di diretta web sui quali, volutamente, gli organizzatori non hanno voluto anticipare troppo ma che invitano a seguire. L’assessora alla cultura e all’istruzione Marcella Natale, per incentivare la partecipazione e il passaggio generazionale, ha invitato tutti i dirigenti scolastici a far assistere gli alunni a questo importante evento cittadino. L’educazione civica e l’identità cittadina, infatti, è un valore che deve essere trasmesso fin da piccoli e tra i banchi di scuola.

Il 19 novembre, infine, con l’inaugurazione del murales si chiuderanno gli appuntamenti commemorativi e la città avrà un altro simbolo che rievoca la propria memoria storica, culturale e religiosa.

A quel punto sarà compito di tutti i cittadini identificarsi non soltanto come fruitori di manifestazioni ed eventi ma promotori di un percorso di valorizzazione e condivisione dei nostri culti, della bellezza e dell’unicità delle nostre tradizioni. Per mostrare a noi stessi e all’esterno che Caltanissetta è degna di avere un posto di rilievo nel circuito del turismo religioso e non soltanto in occasione della Settimana Santa.

Un lavoro che l’associazione Piccoli Gruppi Sacri sta portando avanti anche al di fuori dei confini cittadini con la presenza della Varicedda all’aeroporto Fontanarossa. Un’iniziativa realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio di Caltanissetta e della sua commissaria straordinaria Giovanna Candura che ha sostenuto l’iniziativa.

“Questo organizzato è un evento molto importante per la nostra città – ha proseguito l’assessora Marcella Natale – e vogliamo collegarci alle radici della nostra memoria creando un filo conduttore che porta dalle miniere alla Settimana Santa e viceversa. Le scuole della città verranno coinvolte, oltre all’invito a seguire la diretta streaming, anche con un concorso dedicato agli studenti sotto forma di elaborato scritto o grafico”.

Per lasciare spazio all’immaginazione e generare un reale stupore non sono stati svelati tutti i dettagli dell’opera ma il bozzetto realizzato dall’artista già promette una forte rievocazione ai colori dello zolfo alle origini della tragedia ma, soprattutto, un messaggio positivo di resilienza e rinascita di un territorio che ha il dovere di non perdere mai la speranza.

“Non bisogna mai lasciarsi andare alla disperazione – ha commentato Laura Zurli – ed è con questo intento che mio padre ha voluto recuperare e riesumare le piccole bare dei Carusi. L’associazione Piccoli Gruppi Sacri commemorando questo evento ha voluto far rivivere le diverse categorie commerciali e produttive della città, tante realtà che sono strettamente correlate e sono state influenzate dalla vita della miniera. La speranza deve essere percepita non come valore ma, soprattutto, come condizione etica da promuovere e portare avanti”.

Un dovere morale “dovuto” alle generazioni passate che si sono sporcate le mani e il volto di zolfo e che troppo spesso all’interno delle viscere della terra hanno trovato malattia e morte.

Un dovere morale “dovuto” anche alle generazioni future che non devono subire la scelta di lasciarsi abbattere nel dolore di quanto accaduto.

Il nostro passato, quello delle miniere, deve necessariamente essere riconvertito in un progetto virtuoso di recupero di valori e di orgoglio. Dal buio del passato doloroso può nascere la luce del futuro orientandosi con un sguardo positivo. Un approccio possibile, basti pensare che dalla tragedia della miniera di Gessolungo è già nato qualcosa di immenso e meraviglioso: l’inizio della tradizione delle Vare.

La Veronica, dunque, non è solo il racconto di un dolore ma il simbolo di una rinascita e di come dall’inferno si possa passare al Paradiso.

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