Il fragore di una tragedia non può restare sotterrato tra polvere ma deve diventare il punto di partenza per rinascere dalle macerie e costruire un futuro migliore.
In occasione del 140 anniversario dell’esplosione della miniera di Gessolungo e della morte di 65 minatori di cui 19 “carusi” a Caltanissetta è stata organizzata una manifestazione diffusa che abbraccia più giornate, eventi e istituzioni pubbliche e private.
I riflettori accesi su questa tragedia, grazie alla sensibilità mostrata dal Presidente dell’associazione Piccoli Gruppi Sacri di Caltanissetta Michele Spena e della Commissaria Straordinaria della Camera di Commercio di Caltanissetta Giovanna Candura, sono stati notati anche dal Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci. Proprio Giovanna Candura ha suggerito al Governatore di attenzionare questa triste pagina dell’entroterra siciliano. Michele Spena ha inoltrato una relazione agli Uffici della Presidenza della Regione formalizzando l’idea condivisa con la commissaria straordinaria della Camera di Commercio. In 48 ore l’idea ha preso forma e concretezza.
Ed è nata così l’idea di istituire il 12 novembre – giorno della tragedia avvenuta nel 1881 a Gessolungo – di ogni anno la “Giornata in memoria delle vittime nelle miniere”. Una scelta che si deve considerare come un “bisogno di riscatto”. Si calcola, infatti, che dall’Unità d’Italia agli anni Sessanta del secolo scorso siano stati circa 350 i siciliani morti all’interno delle miniere dell’Isola.
Con l’apposito disegno di legge, appena approvato dal governo Musumeci e trasmesso alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana subito dopo la pubblicazione si stabilisce che «in occasione della Giornata regionale, in tutti i luoghi pubblici e privati è osservato un minuto di silenzio dedicato alle vittime».
Il presidente della Regione ha ribadito che «il provvedimento ha lo scopo di conservare e rinnovare la memoria di tutti quei siciliani, ovunque nel mondo, deceduti tragicamente all’interno di miniere, in disumane condizioni di sfruttamento e senza alcuna tutela. Erano soprattutto carusi, ai quali era stato espropriato il diritto alla dignità umana, nella indifferenza – se non nella complicità – dei governanti del tempo.
Una pagina vergognosa – commenta ancora Musumeci – alla quale possiamo porre parziale riparo solo con il ricordo e la preghiera. Sono certo che il parlamento siciliano vorrà condividere unanimemente la proposta del governo».
“La vicenda di 140 anni fa è ancora molto attuale – ha commentato Giovanna Candura -. Il sacrificio vissuto dai minatori alla fine dell’800 ricorda le condizioni di lavoro inadeguate che ancora oggi, nel 2021, devono subire alcuni lavoratori. E’ fondamentale, dunque, avviare un dibattito culturale, sociale ed economico che possa mettere in primo piano il bacino minerario del nisseno”.
La “giornata della memoria” non è soltanto una delle tante commemorazioni istituite ma rafforza l’identità siciliana, scava nel dolore del passato per poter recuperare la dignità di quei caduti e dare loro il giusto riconoscimento.