“Dopo avere letto la sentenza del TAR Sicilia, circa il ricorso principale della Rai Way contro il Decreto di apposizione del vincolo di interesse culturale da parte del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e dei relativi motivi aggiunti, siamo stati presi dallo rabbia e da un certo sconforto”.
A dichiarare le perplessità sono stati Ivo Cigna, Presidente di Legambiente Caltanissetta, ed Ennio Bonfanti, Responsabile del WWF Sicilia Centrale. “Premesso che, come è ovvio, siamo sempre stati e siamo per il pieno e completo rispetto delle sentenze e di chi le scrive, non possiamo però non esprimerci circa le fortissime perplessità su alcuni aspetti della sentenza che ci appaiono assolutamente criticabili.
Ad esempio non comprendiamo come possa avere scritto la Prima Sezione del TAR Sicilia che è inammissibile l’intervento ad opponendum nel procedimento delle Associazioni Legambiente Caltanissetta e Wwf Sicilia Centrale “per carenza di legittimazione a ricorrere delle associazioni di protezione ambientale” in quanto a suo dire “nel caso di specie, invero, viene in considerazione un intervento che rientra nella funzione di tutela non dell’ambiente, ma dei beni culturali. Che non rientrano nelle relative previsioni e scopi statutari”. A tal riguardo ci sembra molto strano che i Magistrati non conoscano la storia delle suddette Associazioni nazionali ed internazionali e le quotidiane battaglie realizzate per la difesa dei tanti beni culturali ed ambientali, ma in ogni caso avrebbero potuto leggersi gli Statuti che abbiamo allegato in fase di costituzione in giudizio.
Non comprendiamo il perché i Giudici si siano spinti ben oltre il giudizio di merito dei fatti, arrivando ad avvalorare, dal nostro punto di vista senza nessun riscontro oggettivo, l’idea probabilmente di Rai Way che il Comune e la Soprintendenza avrebbero “avviato i procedimenti che hanno portato all’adozione dei provvedimenti in contestazione”, ed in particolare il vincolo culturale, “al solo fine di impedire la vendita e di far diminuire il prezzo di acquisto”.
A nostro parere una tale condotta illecita dei suddetti Enti Pubblici (Soprintendenza e Comune), se ritenuta vera, avrebbe dovuto indurre i Giudici della Prima Sezione del TAR Sicilia ad inoltrare alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti i documenti probanti ti tale ipotesi.
Altra grande preoccupazione, che avvalora in noi la sensazione che la battaglia in campo va ben oltre l’antenna Rai e il suo vincolo culturale, è contenuta non solo nell’accoglimento del ricorso introduttivo di Rai Way ma anche nell’annullamento di tutti gli atti relativi impugnati e tra questi sembrerebbe anche: “la variante urbanistica al vigente Piano regolatore del comune, approvato con decreto dirigenziale dell’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente n. 570 del 19 luglio 2005, per la titolazione a zona E F6 del parco territoriale agricolo, etno-antropologico della collina S. Anna dell’area circostante il complesso dell’antenna Rai Way, che risulterebbe approvata dal Comune di Caltanissetta il 10 aprile 2017.
Tra l’altro, in merito a tale vincolo urbanistico di inedificabilità assoluta, Rai Way ne mette addirittura in dubbio l’esistenza. Per quanto detto riteniamo assolutamente necessario:
il ricorso, da parte del Comune di Caltanissetta e del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, al Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana;
la verifica da parte del Comune di Caltanissetta circa l’esistenza o meno del vincolo urbanistico e in caso di non esistenza l’immediato avvio della sua apposizione;
l’avvio di un nuovo iter, da parte della Soprintendenza di Caltanissetta, di apposizione del vincolo di alto interesse culturale, secondo i rilievi evidenziati dai Magistrati del TAR.
Da parte nostra faremo quanto possibile per contrastare l’ipotesi di demolizione dell’antenna ed il rischio di perdita definitiva di un pezzo della nostra storia e della nostra cultura, ma anche per salvaguardare un sito dalle enormi valenze ambientali e potenzialità socio-economiche.
Inoltre ci opporremo con ogni mezzo al nuovo rischio dell’ennesima speculazione edilizia in una delle zone di maggior pregio naturalistico e culturale della Sicilia centrale.