Salute

Colpire e distruggere gli altri per imporsi: la meschinità dell’arrivista

Sergio Cirlinci

Colpire e distruggere gli altri per imporsi: la meschinità dell’arrivista

Gio, 16/09/2021 - 20:39

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Viviamo in una società che ci vede in continua competizione o concorrenza, ciò avviene in ambito professionale, politico o sociale. Giusto e lecito il voler primeggiare, ma ciò non deve essere vissuto come un’esasperata ricerca di ambizione o di carriera ad ogni costo e senza guardare in faccia nessuno. Certe posizioni di rilievo si possono raggiungere in diverse modi, c’è chi conta su se stesso e c’è chi cerca di arrivarci cercando di distruggere “l’antagonista” pur di aggiudicarsi un qualcosa che, ad armi pari, non potrebbe mai ottenere. L’arrivismo è una forma di competizione ? Tra arrivismo e determinazione passa il concetto di capacità e consapevolezza delle proprie capacità, La persona consapevole del proprio valore è determinata, mentre spesso l’arrivista basa il suo agire solo sul puro cinismo. All’arrivista infatti non interessa rispettare gli altri; per lui gli altri non sono degni di rispetto ed ogni mezzo è lecito per scavalcarli, insomma non guarda in faccia nessuno pur di affermarsi.
“La forma più basilare di arrivismo è definita anche servilismo”.


C’è infatti molta differenza tra arrivismo ed ambizione. Il primo lascia il tempo che trova ed il più delle volte finisce male, spesso abbandonato da tutti. L’ambizione invece si rafforza grazie al proprio impegno nel crescere per riuscire nel proprio ambito di competenza. La distinzione è molto importante se guardiamo soprattutto all’obiettivo finale e al lungo termine. Se si è meritevoli si può “arrivare”, con parecchi sforzi e sacrifici, ma senza necessariamente dove calpestare gli altri.
L’arrivista è anche opportunista. Infatti non potendo contare solo ed esclusivamente sulle proprie capacità, si serve di qualcuno anche per danneggiare il “concorrente” per vincere. Capita infatti di assistere ad alleanze di comodo, strette di mano, amicizie e sorrisi gioiosi, molto spesso fasulli, ma poi quando si è soli con se stessi la festa finisce. Chiamasi anche finzione, classico atteggiamento dei voltagabbana, di coloro cioè che si son fatti un proprio piano servendosi degli altri come mezzi, più o meno leciti, ed atteggiamenti, alcune volte di dubbia moralità, tipico dell’arrampicatore sociale. Molti preferiscono percorrere questa strada, che forse è più semplice e veloce, richiede sicuramente meno tempo, infatti l’arrivista pensa “perché spendere ore e fatica in qualcosa che posso ottenere con il minimo sforzo ?”. Questo è proprio quello che molti cercano di fare in maniera opportunista, pensando di fregare tutti. Vanno avanti con sfrontatezza e sicurezza, presi solo da se stessi e sono talmente accecati dal raggiungere il loro scopo che credono che nessuno capisca quello che realmente sono o perchè lo fanno. Ma alla fine, perchè c’è sempre una fine, vengono “sgamati”, alla lunga si rivelano per quello che realmente sono, pronti anche a tradire chi fino a quel momento gli è servito. Si credono furbi e spregiudicati, disposti anche a vendere la propria dignità, ma prima o poi fanno la fine di essere allontanati miseramente da tutti. “Le maschere prima o poi cadono a terra”, magari ci vorrà del tempo, ma il tempo si sa…non perdona.

Chi la fa franca per un po’ di tempo, somiglia a quei politicanti che si attaccano alla poltrona, non capendo che questo atteggiamento è per quelli che mancano di proprie capacità e che alla prossima tornata elettorale verranno spazzati via e nessuno si ricorderà di loro.
Qualcuno pensa che il fatto di riuscire furbamente a realizzarsi, sia un talento; probabilmente lo è, anche se non si può parlare di vero e proprio talento, e se lo è dura poco, alla lunga, statene certi questo atteggiamento non paga di certo e di esempi ne abbiamo a iosa. Una società che vuol crescere e migliorare necessità di persone sane e capaci che riescano a migliorare la loro vita e possibilmente anche quella degli altri, ecco perchè la sana determinazione paga di gran lunga più dell’arrivismo. La giusta ambizione sta nella nostra forza interiore, nella nostra volontà e caparbietà, si basa sul sacrificio personale e di chi ci sta accanto, genitori o amici, quelli veri e sinceri, il risultato primo poi arriva e rappresenta la giusta ricompensa all’impegno profuso. Nella vita bisogna fare la scelta giusta, essere ambiziosi e costruite la propria fortuna ed il proprio futuro contando sulle capacità che si posseggono. Colpire e distruggere gli altri per imporsi è solo da meschini.
Questa riflessione mi auguro la leggano tanti giovani ed anche qualche adulto.
Per chi non lo conoscesse, consiglio la visione del film “L’Arrivista” del 1974 con Alain Delon, dove un giovane politico, grazie agli appoggi , riesce ad arrivare al ruolo di ministro, ma la sua carriera, come anche la sua vita familiare e sentimentale, vengono compromesse dal suo arrivismo estremo, rimanendo alla fine con le mani vuote
Ad Maiora