Storia, misteri e ricostruzioni sono alla base dell’interessante mostra permanente allestita nella cripta di San Domenico a Caltanissetta.
La comunità parrocchiale e il parroco Don Alessandro Rovello, dalla riconsegna del prezioso bene da parte della Sovrintendenza avvenuta lo scorso giugno, hanno subito iniziato a lavorare per ridare luce a “i segreti della Cripta”.
Già dall’introduzione della mostra, curata lo scorso 4 settembre dalla storica Rosanna Zaffuto Rovello, il pubblico intervenuto ha capito che non si trattava di una mera collezione di cimeli antichi ma una ricostruzione storica che restituisce lustro a una delle chiese più antiche della città.
San Domenico, che rappresenta il cuore del quartiere omonimo, è stata costruita nella metà del 1400. Documenti storici, infatti, ne citano la presenza senza dare una data certa della sua fondazione e, al contempo, raccontano le prassi e le usanze seguite dai cittadini dell’antica Caltanissetta.
L’interessante excursus iniziale, inoltre, ha ripercorso la finalità delle cappelle realizzate attorno alla navata centrale destinate a famiglie nobili e notabili della città, delle sue cripte scavate nel tempo per poter accogliere i parenti defunti e amici illustri e delle tecniche di sepoltura dei monaci. Tutte prassi concluse nel 1800 quando Napoleone ha stabilito di circoscrivere i luoghi di sepoltura ai cimiteri rendendo inutile la presenza delle cripte e dei “putridarum”.
Alcuni reperti, nonostante il trascorrere dei secoli, i saccheggi e la difficoltà di mantenere un buono stato conservativo sono stati recuperati ed esposti. Per altri, invece, restano soltanto i documenti storici negli archivi. Come ad esempio la presenza del pittore Vincenzo Roggeri, dei resti della principessa Adelasia o della camera sepolcrale dei Moncada, andata distrutta quest’ultima durante la ristrutturazione e ampliamento dell’abside.
Resta la “sepoltura grande”, realizzata intorno al 1700 all’ingresso della chiesa, che apre agli ambienti sotterranei. Per motivi di sicurezza, oggi, quell’accesso è stata coperto con una lastra di vetro e l’ingresso alla cripta è stato spostato in un’altra area.
L’atmosfera di fascino per lo spettatore inizia già quando si iniziano a scendere i pochi gradini che portano nelle viscere della chiesa. La temperatura scende leggermente e le pareti gialle, illuminate dai faretti, contribuiscono a riavvolgere le fila del tempo.
Gli ambienti sono stati arricchiti con pannelli multimediali, plastici e videoproiezioni. Un percorso itinerante che scorre nei secoli e parte dalla leggenda della principessa Adelasia, vissuta nel 1100 nel castello di Pietrarossa e del suo fantasma che si racconta aleggi ancora con il suo abito di Damasco verde nella cripta di San Domenico, ultima dimora dei suoi resti terreni.
Di alcuni notabili, come i Baroni Morillo di Trabonella, si conosce la storia e se ne identifica la collocazione. Di altri, come ad esempio Vincenzo Roggeri, si hanno soltanto notizie sommarie. Il pittore, infatti, non aveva una sua personale cappella ma era stato “gentilmente ospitato” da una delle famiglie proprietarie.
Di particolare interesse anche le usanze funebri dei monaci, deposti per qualche anno nei “colatoi” a seduta o a lettino. Le ossa che rimanevano venivano raccolte, lavate e deposte negli ossari insieme a quelle dei loro confratelli. Una consuetudine dal valore simbolico che richiamava la purificazione dell’anima che passava dal purgatorio verso il paradiso. Ossa senza nome né riferimento alla persona che non esisteva più nella vita terrena ma risplendeva in quella divina.
Al termine della visita ciò che resta è la sensazione di aver apprezzato un luogo nel quale il tempo è stato concepito come un concetto astratto e indefinito e l’anima si dissolve per poter raggiungere mete più felici.
Un percorso adatto ad adulti e bambini nel quale poter scoprire curiosità, storia e leggende della propria città, dove aleggiano ancora ipotesi che forse non verranno mai confermate ma che, proprio per questo, mantengono il proprio fascino di mistero. Perché, proprio come si sottolinea nel titolo della mostra, non è certo che tutti “i segreti della cripta” potranno mai essere rivelati.
Per tutti coloro i quali volessero visitare la cripta possono prenotare un appuntamento chiamando la segreteria della Parrocchia al numero 0934 681465 dalle 9,30 alle 12,00 e dalle 16,30 alle 18,00
Foto: Renato Riggi